Coronavirus, il premier Conte su Ue e rischio nazionalismi - QdS

Coronavirus, il premier Conte su Ue e rischio nazionalismi

redazione web

Coronavirus, il premier Conte su Ue e rischio nazionalismi

lunedì 30 Marzo 2020

Il Presidente del Consiglio, se l'Europa non è all'altezza, dà spazio ai sovranisti in Italia come altrove. Lavorare a un'Ue più sociale. Riaperture in termini di proporzionalità. Grillo chiede il reddito universale per diritto nascita. Renzi di parere opposto

Il rischio che l’emergenza coronavirus dia linfa all’anti-europeismo in Paesi come in Italia “è evidente. Gli istinti nazionalisti, in Italia ma anche in altri Paesi, saranno molto forti se l’Ue non sarà all’altezza”.

Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais in cui ha ribadito di lavorare per un’Europa più sociale, avvertendo: “il numero di disoccupati che si avrà dopo questo tsunami sarà molto alto. Dobbiamo poter avvivare a capo di una ricostruzione prima che ciò avvenga”.

Ue, uscire dalla crisi subito

Chi si oppone in Ue alle richieste italiane, ha aggiunto Conte, “ragiona con una mentalità vecchia, con un’ottica inadeguata a questa crisi, che è simmetrica ed eccezionale”.

E a proposito degli eurobond ha affermato: “l’ho chiamato Piano di Ripresa europea e Re-investimento; non penso a un solo strumento ma è il momento di introdurre strumenti di debito comune europeo”.

“Il problema – ha sottolineato – non è quando si uscirà dalla recessione ma uscirne il prima possibile. Il tempo è un fattore chiave”.

Il debito dei singoli Paesi rimarrà a loro carico

“L’Italia – ha poi spiegato il Presidente del Consiglio – non chiede di condividere tutto il suo debito pubblico accumulato finora, che resterà a carico di ciascun Paese. L’Italia aveva avuto un comportamento ottimale fino a questo momento, anche sul fronte del debito. Il deficit del 2019 doveva chiudersi al 2,2 e abbiamo ottenuto 1,6%. Nessuno chiede all’Ue di farsi carico dei debiti sovrani ma solo di essere capace di assestare un colpo unitario per uscire da questo tsunami”.

Riaperture in termini di proporzionalità

Anche sulle riaperture, così come è stato per le restrizioni, si ragionerà, ha spiegato Conte, “in termini di proporzionalità”.

La serrata non potrà durare molto perché “è una misura durissima dal punto di vista economico. E’ l’ultima misura che abbiamo preso e non può prolungarsi troppo”.

“Per scuole e università, invece – ha spiegato – , si possono introdurre modifiche affinché gli studenti non perdano l’anno o l’esame”.

“Sarebbe stato un errore – ha aggiunto – introdurre una serrata totale del Paese subito. Allo stesso tempo, è impossibile prendere in carico un impatto economico di questo livello per un tempo troppo prolungato. Quando fu visto che il contagio era diffuso le misure prese in Lombardia furono assunte in tutto il Paese. E’ così che sia arrivati a essere più radicali e abbiamo imposto la chiusura delle attività non essenziali. Ma, insisto, le misure devono essere graduali”.

Grillo chiede il reddito universale, Renzi di parere opposto

Intanto, sulle soluzioni, si scontrano posizioni opposte anche nel governo.

Beppe Grillo ha dichiarato “La via d’uscita da questa crisi non può essere come quella del 2008, quando si è preferito salvare le banche a discapito del popolo. E’ arrivato il momento di mettere l’uomo al centro e non più il mercato del lavoro. Per fare ciò si deve garantire a tutti i cittadini lo stesso livello di partenza: un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi”.

“Il disegno di Beppe Grillo – ha risposto Matteo Renzi – è chiaro: decrescita felice e reddito di cittadinanza. Il senso delle mie interviste di questi giorni è l’opposto: servono crescita e lavoro. Ecco perchè bisogna pensare subito a come riaprire ad aprile. Adesso ci stiamo giocando il futuro. Adesso!”.

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