Coronavirus, italiani diligenti e fiduciosi nel Governo - QdS

Coronavirus, italiani diligenti e fiduciosi nel Governo

redazione web

Coronavirus, italiani diligenti e fiduciosi nel Governo

mercoledì 25 Marzo 2020

Soprattutto al Sud (77%), come rivela un un sondaggio condotto da Bva Doxa su percezioni, preoccupazioni, opinioni e previsioni dei cittadini sulla diffusione del covid-19. Per il 45% ci saranno presto dei miglioramenti

Diligenti, rispettosi delle regole e fiduciosi nel Governo guidato da Giuseppe Conte.

Così vengono descritti gli italiani che affrontano l’emergenza coronavirus in un sondaggio condotto da Bva Doxa relativamente alle percezioni, preoccupazioni, opinioni e previsioni dei cittadini in merito alla diffusione del Covid-19.
L’indagine focalizzata sulla situazione italiana e quella dei principali Paesi europei (Francia, Regno Unito e Germania) si inserisce in un più ampio sondaggio condotto con Gallup International, il network del quale Bva Doxa è socio fondatore, in 26 paesi in tutto il mondo.

Le rilevazioni fanno riferimento al periodo 10-19 marzo 2020.

Al Sud la massima fiducia nel Governo, 77%

A fronte di una situazione particolarmente difficile e incerta rispetto al resto d’Europa, in Italia si registrano livelli record di fiducia nella capacità del governo di gestire la crisi sanitaria: il 72% degli italiani esprime valutazioni positive sul governo Conte, con qualche punto di differenza tra Nord e Sud (68% al Nord e 77% al Sud; centro 74%).

Diversa la situazione degli altri governi europei, che non registrano livelli di fiducia altrettanto importanti: poco più della metà in Regno Unito e in Francia (rispettivamente 59% e 52%) e ancora meno nella Germania di Angela Merkel (addirittura meno della metà, il 47%). Segno che in Europa le misure introdotte siano state in buona parte ritenute tardive o inadatte per gestire efficacemente l’emergenza in corso.

Pur di contenere la pandemia e osservare finalmente una netta inversione del trend dei contagi, quasi la totalità degli italiani, il 93%, è favorevole a rinunciare ad alcuni diritti fondamentali, come per esempio il diritto alla privacy.
Un dato estremamente elevato, il più alto in Europa e trasversale e valido su tutte le fasce di età e le aree geografiche incluse nell’analisi. Seppure con percentuali inferiori, anche gli altri paesi europei sono disposti a limitare i diritti fondamentali per reagire alla diffusione del coronavirus: in Francia ha espresso opinione favorevole l’84%, in Regno Unito il 72% e in Germania il 71%. Risultati in linea con il resto del mondo: tre quarti (il 76%) degli intervistati a livello mondiale sono disposti a sacrificare parte dei propri diritti fondamentali se ciò dovesse essere utile a contenere il contagio.

Il 45% ritiene che presto ci saranno miglioramenti

Polarizzata la previsione degli italiani per i prossimi mesi: il 43% ritiene che il peggio debba ancora venire e il 45% è invece più ottimista e ritiene che in breve tempo la situazione mostrerà dei miglioramenti. Il restante 12% si aspetta una situazione invariata. A livello regionale, i più pessimisti sono al Nord-Est, dove il 52% degli intervistati ritiene che non si abbia ancora toccato il fondo (addirittura il 55% in Veneto), mentre nelle regioni del Sud emerge maggiore positività, nonostante il graduale diffondersi del contagio dal Nord al Centro-Sud: solo il 37% guarda al futuro con negatività.

In Gran Bretagna, con Johnson, ci si prepara al peggio

Dopo una prima fase di sottovalutazione del problema, il Regno Unito invece si prepara al peggio: l’82% dei britannici esprime previsioni negative per i prossimi mesi. La percentuale, seppur sempre molto alta, cala in Francia (70%) e in Germania (54%). Ancora più significativo è sottolineare la percentuale di ottimisti nei vari paesi europei: se in Italia il 45% degli intervistati è convinto che il peggio sia ormai alle spalle, in Germania ne è convinto appena il 9%, in Francia il 5% e in UK solo il 3%.

Le “regole d’oro” anticontagio degli italiani

Restare a casa, lavarsi le mani, usare gli igienizzanti. Gli italiani hanno ormai imparato a memoria le regole d’oro per prevenire il contagio. Secondo l’analisi, la totalità dei nostri connazionali ha adottato una o più misure precauzionali. L’arma principale è soprattutto il rimanere a casa: il 93% sta rigorosamente rispettando questa disposizione cruciale per ridurre il trend dei contagi. L’87% indica di lavare frequentemente le mani e il 63% fa uso di igienizzanti. Meno usati, complice anche la scarsa reperibilità, ma comunque ben diffusi sono le mascherine (44%) e i guanti (40%).

Se gli italiani sembrano essere particolarmente diligenti per quanto riguarda la raccomandazione di stare a casa, negli altri paesi la situazione è diversa: in Francia l’85% degli intervistati rimane a casa e in Regno Unito il 71%. Fanalino di coda la Germania, con una percentuale di appena il 43%. L’unico comportamento adottato ovunque e in maniera diffusa è il frequente lavaggio delle mani, con valori fra l’80% e il 90% in tutti gli altri paesi europei.

Se lavarsi le mani più frequentemente è la misura largamente più adottata a livello mondiale (75%), solo il 45% ha limitato i contatti sociali e il 14% non ha preso alcuna misura né modificato ancora alcun comportamento.

La raccomandazione di stare a casa in alcuni paesi è stata praticamente ignorata, complice una carente comunicazione a livello governativo: solo l’11% in Turchia, il 20% in Pakistan e il 34% in Afghanistan.

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