Coronavirus, da Aduc consigli su utilizzo mascherine - QdS

Coronavirus, da Aduc consigli su utilizzo mascherine

redazione

Coronavirus, da Aduc consigli su utilizzo mascherine

martedì 14 Aprile 2020

L'Associazione denuncia molta confusione nelle norme nazionali e locali

ROMA – In alcune regioni l’obbligo della mascherina c’è già, in Toscana è scattato ieri e vale per tutto il periodo nazionale di contenimento. L’Aduc – Associazione Diritti Utenti e Consumatori, denuncia molta confusione nei messaggi delle diverse autorità. E consiglia di stare attenti “perché non basta solo informarsi sui media di Stato ma, tra gli interstizi delle informazioni locali, occorre sapere anche cosa hanno disposto le singole amministrazioni regionali e locali”.

Cosa succede?
Messaggi poco chiari e talvolta difformi da quelli nazionali I messaggi di alcuni Comuni, in base alle ordinanze nazionali e regionali, non sono chiari su quando e dove va portata la mascherina: sempre quando si esce di casa o solo quando si entra in luoghi pubblici o privati, e per strada va indossata solo se si è in un assembramento, inclusi quelli col metro di distanza?

L’ordinanza della Toscana e quelle dei Comuni

Un guazzabuglio dove, per esempio, l’ordinanza della Toscana è chiara, ma siccome i Comuni dispongono a loro volta. Insomma, per non incappare in una altamente probabile multa, la mascherina quando si esce di casa è meglio tenerla sempre sul volto.

L’igiene della mascherine
Ma sulla questione dell’igiene di queste mascherine in Toscana, da noi sollevata e a cui l’unica autorità che ci ha risposto (la vice-Sindaca del Comune di Firenze) ci ha detto di stare zitti altrimenti ci denuncia per procurato allarme?
Sembra che le mascherine ce le teniamo e ce le dobbiamo mettere.
Quindi: occhio! Dopo che le mascherine sono state avete levate dalle bustine del “negozio di ferramenta” con cui le hanno consegnate a casa, è consigliabile tenerle per 72 ore all’aria in ambiente igienico e, meglio ancora, igienizzarle con quel che trovate di disinfettante per umani.

Ma per quanto tempo possono essere utilizzate queste mascherine?
Inoltre, quanto tempo valgono queste mascherine? Boh! Non ci è stato detto. Sono lavabili? Boh! In genere sono mascherine monouso o giù di lì. E sono solo due a testa che fare, anche solo per andare a fare la spesa o andare in farmacia?

È bene metterle lo stesso, magari con una pezzolina su bocca e naso per evitare il contatto con qualcosa di dubbia igiene. Per i più “fortunati”, se ne possono comprarne altre alla coop (che le vende a prezzi umani controllare per gli altri supermercati) dopo qualche oretta di coda per entrare. E sempre per i “fortunati” ma più facoltosi, si può andare in farmacia e trovare (quando e se si trovano) una confezione di 50 mascherine chirurgiche monouso a 70 euro.

Non solo mascherine!
Le distanze da casa: tra norme regionali, locali e fantasiose Altra particolare attenzione va prestata per le distanze entro cui portare il cane a fare i propri bisogni e quella entro cui “sgambare”, con o senza figliolo, per far finta di sentirsi in forma.
La disposizione nazionale è generica “vicino alla propria abitazione”, ma non è così per alcune regioni (es. Lombardia) che indicano in 200 metri il limite massimo di distanza da casa entro cui deambulare. Ma siccome oltre alle Regioni a decretare sono anche i Comuni, può succedere (come in Toscana) che mentre la Regione si attiene alle disposizioni nazionali, alcuni Comuni abbiano deciso per i 200 metri.

E come se non bastasse, anche dove i 200 metri non sono indicati da nessuna parte, succede che se la polizia controlla, decide lo stesso di fare la multa per il mancato rispetto dei 200 metri una loro libera interpretazione dei decreti.

“Obbligatorio” informarsi Insomma: è “obbligatorio” informarsi (e questo sarebbe anche un buon consiglio) ma soprattutto è “obbligatorio” farlo più volte al giorno, su tutti i media nazionali, regionali e locali.

Il buon cuore degli accertatori e i ricorsi E quand’anche si pratichi questo “obbligo”, è bene ricordarsi che siamo sempre affidati al buon cuore, alla fantasia e alla creatività degli accertatori contro cui, per carità, si può fare ricorso anche se è un po` macchinoso e lungo.

Multe e pene “preventive”
Attenzione che può accadere come in Calabria, dove gli accertatori possono comminare oltre la multa anche l’immediato obbligo di confino per 14 giorni come se si fosse infettati (senza nessun riscontro – anche a posteriori – o evidenza del fatto), e siccome i ricorsi non sono immediati per procedura e risposte, si corre anche il rischio di non poter uscire più di casa neanche per andare a fare la spesaà. Dopo si potrà forse anche chiedere i danni ma, per l’appunto, dopo.

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