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Coronavirus, Medicina, arriva la laurea abilitante, subito diecimila medici


Laurea subito abilitante in Medicina, “il che significa liberare immediatamente sul sistema sanitario l’energia di circa 10 mila medici e far fronte alla carenza” di camici bianchi, come ha spiegato il ministro dell’Università Gaetano Manfredi, illustrando l’importante novità contenuta nel decreto Cura Italia.

E ancora: 50 milioni per sostenere gli atenei; massima flessibilità per la restituzione dei fondi agevolati concessi agli Enti di ricerca; 85 milioni per la didattica a distanza, ovvero per fornire alle famiglie dispositivi digitali e formare i docenti; oltre 43 milioni per pulizie straordinarie negli istituti scolastici e per comprare saponi e disinfettanti. Le scuole, inoltre, potranno chiudere mettendo tutto il personale in smart working – finora le lezioni erano sospese ma le scuole non chiuse – svolgendo solo attività indifferibili; tutela dei supplenti.

“Fronteggiare l’emergenza Coronavirus – ha detto il ministro Manfredi – significa dare risposte immediate ma con una visione che consenta all’Italia di guardare in prospettiva al medio-lungo periodo.

Cogliamo questo momento di difficoltà per adeguarci per sempre e con positività anche alle esigenze di una società che cambia”.

Da qui, dunque, la volontà di rendere il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, da questo momento in poi, immediatamente abilitante per l’esercizio della professione di medico-chirurgo. Il decreto Cura Italia contiene numerose misure per la scuola e l’università che attraversano un difficile momento per la sospensione prolungata delle lezioni, finora fino al tre aprile.

Tra l’altro è stata prevista la proroga dell’anno accademico universitario al 15 giugno, per permettere agli studenti di laurearsi senza rinvio alla nuova sessione.

Il decreto ha inoltre istituto un Fondo per le esigenze emergenziali dell’Università, da 50 milioni, e ha previsto una serie di norme regolamentari per per garantire agli studenti la continuità del percorso didattico sia nelle università che nelle Scuole di Alta Formazione.

Per quanto riguarda la didattica a distanza nelle scuole invece la ministro Lucia Azzolina in diretta Facebook ha spiegato che “è innegabile che c’è grande entusiasmo e tanta curiosità. Non potrà sostituire la scuola ma in questa fase è l’unico strumento che abbiamo per tenere unita la comunità”.

E rivolgendosi ai docenti ha detto: “Andate avanti con la didattica a distanza, è il ministro che ve lo chiede”.

La ministro ha poi annunciato che, d’accordo con il premier Conte e la ministra della PA Fabiana Dadone, “i concorsi saranno banditi prestissimo: abbiamo bisogno di assumere presto i docenti precari”.

Critiche sono arrivate però dalla Uil scuola guidata da Pino Turi. “Il decreto è positivo ma per la scuola vorremmo che ci fosse una rotta precisa mentre invece sembra che il ministero continui a navigare a vista”.

Preoccupati anche gli studenti che da giorni chiedono di sapere se e come l’esame di Stato verrà modificato e come sarà possibile recuperare le insufficienze.

Nel frattempo è stato firmato il decreto che autorizza l’erogazione di contributi per 500 milioni alle scuole paritarie.