Coronavirus, più liquidità per le aziende e programmazione - QdS

Coronavirus, più liquidità per le aziende e programmazione

redazione

Coronavirus, più liquidità per le aziende e programmazione

venerdì 24 Aprile 2020

Salvo Gangi, presidente del comitato della Piccola industria di Confindustria Sicilia, fa il punto sull’emergenza in corso. Secondo Unioncamere, nel primo trimestre 2020 nella nostra Isola si è registrato un saldo negativo di 1.265 imprese

di Dorotea Di Grazia

CATANIA – Trenta mila imprese in meno in Italia nei primi tre mesi di quest’anno rispetto al primo trimestre dello scorso anno, quando il calo registrato era di 21 mila aziende.

Questo è il quadro che emerge dai dati forniti da Unioncamere – InfoCamere riguardo la natalità e mortalità delle imprese italiane nel primo trimestre 2020. Lo scenario siciliano conferma il trend negativo della Penisola, con un saldo negativo di 1265 imprese.

L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 è la causa principale del saldo peggiore degli ultimi sette anni, prendendo in esame lo stesso periodo. Ogni bilancio attinente i primi tre mesi dell’anno chiude sempre in negativo, come evidenziato nel report di InfoCamere, che imputa il calo all’ “effetto delle chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente”.

La Sicilia, in particolare, ha 6.785 nuove imprese iscritte nei primi tre mesi del 2020 mentre le chiusure sono 8.050. A livello provinciale, è Catania la provincia siciliana che presenta il numero maggiore di iscrizioni: 1.580 (a fronte di 1.614 cessazioni). Palermo presenta invece il numero maggiore di imprese cessate: 2.008, rispetto alle 1.509 iscrizioni (a fronte di 1.509 iscrizioni).

Far ripartire le imprese dell’Isola non è impossibile. La ricetta del presidente del comitato della Piccola Industria di Confindustria Sicilia, Salvo Gangi, che abbiamo interpellato per avere un quadro più chiaro dello stato di salute delle imprese siciliane, mette sul piatto diverse soluzioni: dal finanziamento del Fondo di Garanzia al credito alla sburocratizzazione della macchina organizzativa regionale e nazione, dal taglio del cuneo fiscale allo sblocco degli investimenti alle infrastrutture.

Salvo Gangi

Presidente Gangi, 21mila imprese in meno nel primo trimestre 2020. Si tratta del saldo peggiore degli ultimi 7 anni. Qual è il suo punto di vista?
“Purtroppo nel corso degli anni è mancato un cosiddetto progetto paese. Gli accadimenti di quest’ultimo periodo, ci fanno comprendere la miopia dei nostri governanti che non hanno messo in condizioni di poter continuare determinate attività”.

Analizzando natalità e mortalità delle imprese, emerge che in Sicilia il saldo nel primo trimestre 2020 è -1.265. Questo dato è riconducibile al Coronavirus o vi sono altri motivi specifici?
“In Sicilia, anche quando sono arrivati fondi europei – fondi che sono stati spesi, anche se non tutti – sono stati spesi senza né capo né coda. Non c’è stato un progetto reale che ha permesso una crescita del territorio e quindi delle aziende. Tutto è stato fatto così molto, senza programmazione, al contrario di quello che fa un’azienda”.

Secondo lei quali soluzioni dovrebbero essere adottate a livello regionale e nazionale per incentivare le imprese?
“Dobbiamo distinguere quello che è il breve periodo dal lungo. Nel breve periodo così come c’è il malato di Covid che ha bisogno di ossigeno, nella stessa maniera le aziende hanno bisogno di ossigeno e l’ossigeno oggi nel breve è l’iniezione di liquidità che può essere fatta in due maniere: o dando soldi attraverso il sistema bancario come per esempio si sta facendo o come si sta facendo ora, cercare di non far pagare alcuni tributi per un determinato periodo di tempo”.

E nel medio e lungo periodo?
“Nel medio lungo termine ci vuole solo una cosa: una programmazione con cui si comprenda cosa questa Regione vuole fare da grande. Pertanto se per esempio la Sicilia vuole puntare sull’industria agroalimentare e sul turismo, bisogna fare investimenti sulle infrastrutture perché non abbiamo per nulla infrastrutture e investimenti nelle zone a tassazione agevolata. Per fare questo bisogna lavorare bene a livello regionale, a livello burocratico regionale e quindi far sì che quando ci sono i Fondi europei, essi vengano sbloccati e utilizzati. Questa è la grande occasione per capire cosa questa Regione vuole fare da grande perché se continuiamo così, avremmo tutti figli e nipoti all’estero. Se ci vogliamo dare una smossa, quantomeno li possiamo mettere in condizione di scegliere tra rimanere e andare all’estero che già sarebbe un ottimo risultato, metterli davanti alla scelta. Oggi è quasi un obbligo.”

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017