Coronavirus, Rezza, difficile la trasmissione asintomatica - QdS

Coronavirus, Rezza, difficile la trasmissione asintomatica

redazione web

Coronavirus, Rezza, difficile la trasmissione asintomatica

sabato 08 Febbraio 2020

Il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss) spiega che è la tosse il principale mezzo contagio. All'inizio i sintomi del virus respiratorio sono lievi e per questo vengono spesso trascurati

E’ l’eventualità che forse spaventa maggiormente ma, allo stato delle evidenze scientifiche, “la probabilità che il coronavirus possa essere trasmesso in assenza di sintomi è molto bassa”.

A evidenziarlo è il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza, sottolineando come “il problema maggiore sia il fatto che il virus possa essere trasmesso da persone che invece presentano sintomi molto lievi all’inizio della malattia”.

Sulla questione della trasmissione asintomatica, spiega Rezza, “si è vista anche una certa divisione tra gli esperti, ma l’Organizzazione mondiale della sanità ha affermato che tale modalità di trasmissione resta molto bassa”.

In realtà, chiarisce, “è dimostrato che in alcune malattie infettive, come ad esempio gli orecchioni, verso il periodo di fine incubazione asintomatico qualche soggetto possa risultare positivo al relativo virus”.

Nel caso del coronavirus, l’ipotesi della trasmissione asintomatica è partita, ricorda l’esperto, “da un articolo pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine, in cui si descriveva il caso di una donna cinese che aveva contagiato altri soggetti pur non presentando sintomi. Successivamente, però, è stata fatta una correzione e si è precisato che in realtà la donna non era asintomatica in quanto presentava, invece, una leggera febbricola”.

Dunque, avverte Rezza, “il problema maggiore con il coronavirus è appunto rappresentato dal fatto che, nella fase iniziale della malattia, molti soggetti presentano solo una sintomatologia lieve che spesso viene trascurata o non valutata adeguatamente come, ad esempio, una leggera febbre sotto i 37,5 gradi, gli occhi un pò arrossati o una leggera secrezione nasale”.

Tuttavia, è dal momento in cui compare la tosse che aumenta il potenziale di trasmissione della malattia.

“Questo – precisa – è infatti un virus respiratorio che provoca, appunto, soprattutto tosse. Dunque, anche se non possiamo escludere del tutto la possibilità di trasmissione asintomatica verso la fase finale del periodo di incubazione, va ribadito che è innanzitutto attraverso la tosse che il virus si trasmette”.

Se si esclude la tosse, e quindi la trasmissione attraverso le goccioline di saliva che vengono liberate, “il coronavirus potrebbe essere trasmesso solo attraverso un contatto molto ravvicinato, come baci o comunque un passaggio di saliva o secrezioni nasali”.

Ad ogni modo, rassicura Rezza, “va sottolineato che, al momento, il coronavirus non sta circolando in Italia, poiché rilevato solo nel nostro Paese in tre soggetti, incluso l’italiano, che erano stati ad Wuhan. Per ora quindi – conclude l’epidemiologo – non c’è un rischio concreto”.

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