Coronavirus, rientri di italiani e strategie commerciali - QdS

Coronavirus, rientri di italiani e strategie commerciali

redazione web

Coronavirus, rientri di italiani e strategie commerciali

lunedì 17 Febbraio 2020

Il ministro degli esteri Luigi Di Maio, "Lo Stato non lascia nessuno indietro". Oggi la riunione per pianificare il rientro di trentacinque italiani dalla nave da crociera in Giappone. La delicata questione degli scambi commerciali e l'Ice

“Lo Stato italiano non lascia nessuno indietro”.

Discende da uno degli slogan più cari al M5s la linea di condotta scelta dal ministro degli esteri Luigi Di Maio nel programma per il rientro degli italiani nella Cina tormentata dagli effetti – reali e, soprattutto, mediatici -, del coronavirus.

In Cina è salito a 1.765 morti – su una popolazione di un miliardo e mezzo di persone – il bilancio delle vittime legate al coronavirus, dopo i cento decessi registrati ieri in Hubei.

I nuovi casi sono 1.993 e oggi a Pechino è giunta la missione congiunta di esperti internazionali guidata dall’Oms.

Oggi il vertice per far rientrare gli italiani dal Giappone

Stamani, intanto, si svolgerà il vertice, presieduto dal capo della Protezione civile, per decidere come far rientrare gli italiani bloccati sulla nave da crociera in quarantena da dodici giorni in Giappone.

“In queste ore – ha detto ieri Di Maio – gli Usa stanno portando via i cittadini statunitensi dalla nave da crociera in Giappone. I prossimi saranno i circa trentacinque cittadini italiani. Il problema è che la nave è in quarantena e questa si allunga ogni volta che si manifestano nuovi casi. Quindi non si riesce a completare il processo di quarantena”.

“Andremo in Giappone – ha anticipato il ministro degli esteri – con un Boeing dell’aeronautica militare e li porteremo in Italia e poi seguiranno il protocollo sanitario che gestirà il ministero della Salute e che non so cosa comporterà”.

“Abbiamo sentito – ha rivelato – tutti gli italiani a bordo della nave e anche il comandante è italiano. Sono la nostra priorità e li riporteremo a casa come abbiamo fatto con Niccolò. A Wuhan tutti gli italiani che volevano rientrare sono tornati, alcuni hanno scelto di restare lì.

“Siamo vicini al governo cinese – ha poi dichiarato Di Maio – per lo sforzo che sta portando avanti per debellare questa epidemia. Incoraggiamo la comunità scientifica per trovare una soluzione medica”.

La delicata questione degli scambi commerciali

Il Ministro degli Esteri ha parlato ieri anche del piano messo in campo con l’Istituto per il commercio estero (Ice) per sostenere le imprese italiane in difficoltà a causa della situazione generata dagli effetti, anche mediatici, del coronavirus.

“Dobbiamo affrontare – ha detto – una fase storica particolare che deriva anche dalla situazione di emergenza proveniente dall’Asia. Nei prossimi giorni, probabilmente il due marzo, ci rivedremo con gli operatori del settore al ministero degli Affari esteri per pianificare come spendere al meglio i trecento milioni” del piano straordinario per il Made in Italy.

“Il Coronavirus – ha aggiunto Di Maio – sta creando degli impatti anche sull’interscambio commerciale con alcune aree del mondo. Per questo abbiamo stanziato altri trecento milioni per l’Ice che potremmo riorientare per il piano straordinario sul made in Italy. E questo con il fine di aiutare le imprese o a trovare nuovi mercati o ad affrontare i mercati che in questo momento presentano difficoltà”.

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