Coronavirus, San Pietro vuota nella domenica delle Palme - QdS

Coronavirus, San Pietro vuota nella domenica delle Palme

redazione web

Coronavirus, San Pietro vuota nella domenica delle Palme

lunedì 06 Aprile 2020

Il Papa parla di "certezze sgretolate" citando i "veri eroi". Coro di no alla propagandistica proposta di Salvini di far celebrare le messe di Pasqua con i fedeli. La Cei, "è una sofferenza ma non siamo fuori dall'emergenza"

L’immensa basilica vaticana quasi vuota.

Erano una quindicina le persone ammesse alla messa per le Palme celebrata ieri da Papa Francesco, oltre ai ministranti, i cantori e qualche operatore dei media.

Seduti uno per banco, e qualcuno era con la mascherina tra i fotografi ma anche tra i pochi cantori chiamati a rendere solenne la celebrazione che apre la Settimana Santa.

Il pontefice ha parlato di “certezze sgretolate” ma ha anche invitato al “coraggio” e a “servire” chi ha bisogno.

Ai giovani ha indicato il modello da seguire: “Guardate ai veri eroi che in questi giorni vengono alla luce: non sono quelli che hanno fama, soldi e successo, ma quelli che danno sé stessi per servire gli altri”. Si apre così la settimana più importante dei cattolici che porterà alla Pasqua, ancora con chiese chiuse ai fedeli e celebrazioni solo in streaming.

Alla propagandistica proposta del capo della Lega Nord Matteo Salvini di riaprire le chiese per la messa di Pasqua hanno saggiamente risposto i vescovi: ottemperare a quanto stabilito dalle autorità, considerato che l’Italia non è ancora fuori dall’emergenza coronavirus.

Il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha spiegato che tutto questo è “una sofferenza” per gli stessi vescovi.

“In duemila anni di cristianesimo – ha detto – è la prima volta che celebriamo la Pasqua in una maniera così ridotta, e questo, credetemi, è una grande sofferenza per tutti voi, ma anche per noi sacerdoti e vescovi, vostri pastori”.

L’idea di Salvini non piace neanche al governatore del Veneto, Luca Zaia, leghista.

“So che molti cattolici – ha detto – chiedono la riapertura o la possibilità di celebrare la Pasqua. Ma, oggettivamente, ricordo che l’Istituto Superiore di Sanità disse assolutamente no. Anche perché in letteratura ci sono casi di grandi contagi nelle celebrazioni religiose”.

Più polemica la replica di un sacerdote molto attivo sui social e in tv, don Dino Pirri.

“Caro Salvini, le chiese sono chiuse, perché noi preti – ha scritto su twitter il sacerdote, parroco a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) – rispettiamo la legge del nostro Paese. Obbediamo ai nostri vescovi e non a te. Non usiamo il nostro popolo, ma lo amiamo”.

Contro Salvini Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana: “Ora arriva perfino a fare il ministro del culto per riaprire le chiese”, commenta.

L’idea è respinta anche da Giuseppe Sala, sindaco di Milano, in quella Lombardia che è l’epicentro della epidemia: “Penso che in questi momenti la propria fede possa e debba essere anche un fatto personale e privato”.

Sala era presente ieri, con il governatore della Lombardia Attilio Fontana, in un Duomo di Milano vuoto per la celebrazione dell’arcivescovo Mario Delpini.

Sul caso Salvini ha parlato anche lo showman Fiorello: “Non credo che Dio accetti le preghiere solo da chi va in chiesa. Al supermercato entra una persona per volta, che facciamo in chiesa: il prete dice la messa a un fedele per volta?”.
Non sono mancate infine le messe clandestine.

A Frascati, nella zona dei Castelli Romani, il vescovo, mons. Raffaello Martinelli, ha celebrato lasciando le porte aperte della cattedrale. Ed è intervenuta la polizia.

“C’erano le distanze…”, si è giustificato il vescovo assicurando che nelle prossime celebrazioni non potendo chiudere le porte “per ragioni di sicurezza”, metterà una persona a controllare l’ingresso.

Nella periferia di Roma un parroco è salito su un balconcino del campanile della parrocchia e ha iniziato a dire la messa con un altoparlante, richiamando diversi abitanti della zona.

Anche in questo caso è dovuta intervenire la Polizia per far disperdere le persone.

Costerà caro l’ulivo della domenica delle Palme ad alcuni fedeli di Sulmona, che hanno preso parte alla santa messa tenuta nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli: sul posto è intervenuta la polizia locale che dopo aver identificato i presenti li ha multati con una sanzione da 280 euro per essersi allontanati da casa senza una giustificata motivazione.

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