Coronavirus, Sicilia "autarchica" per dispositivi di protezione - QdS

Coronavirus, Sicilia “autarchica” per dispositivi di protezione

redazione web

Coronavirus, Sicilia “autarchica” per dispositivi di protezione

venerdì 27 Marzo 2020

Da Musumeci via libera ai prototipi "made in Sicily" di mascherine, visiere 3D e gel del Distretto Produttivo Meccatronica. Ieri l'attacco al governo nazionale e la richiesta dell'Esercito. Lupo, pensi alle zone rosse e all'Oasi di Troina

Sicilia “autarchica” nella realizzazione di presidi sanitari per l’emergenza coronavirus.

Il governo Musumeci ha infatti ha dato il via libera ieri sera ai prototipi “made in Sicily” consegnati qualche giorno fa dal Distretto Produttivo Meccatronica.

“A giorni arriveranno le prime centomila mascherine, i primi mille schermi protettivi 3D per i chirurghi e più di venticinquemila chili di gel igienizzante per gli ospedali siciliani e questa è solo una prima tranche”, ha annunciato l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano.

“Ogni settimana – ha aggiunto l’assessore – ci sarà una fornitura e i siciliani avranno sistemi di protezione che metteranno la loro vita al sicuro”.

La Protezione civile regionale è stata autorizzata a fare partire gli ordinativi per le forniture di mascherine, gel igienizzante e visiere protettive 3D per i medici degli ospedali pubblici.

Progettazione e produzione del Distretto Meccatronica

A progettarle e produrle sono le aziende del Distretto Meccatronica che ha creato due tipologie di filiere: orizzontale per la produzione massiva dei dispositivi mascherine chirurgiche e diverse filiere verticali per la progettazione, prototipazione e industrializzazione di dispositivi ad alta tecnologia “made in Sicily” da fornire a tutti gli ospedali siciliani per la battaglia contro il covid-19.

Il Distretto Meccatronica ha già attivato anche la filiera trasversale della logistica: oltre 250 furgoni saranno attivi in tutta l’isola per la consegna in tempi rapidi dei dispositivi di cui hanno bisogno i sanitari.

“Da quindici giorni i nostri ingegneri e le nostre aziende – ha affermato il presidente del Distretto Meccatronica, Antonello Mineo – lavorano senza sosta per essere pronti a sostenere la Protezione civile regionale e il sistema sanitario che ha bisogno urgente di dispositivi di protezione per dotare medici e infermieri in prima linea nella lotta al Covid-19. Stiamo affiancando il governo della Regione in questa guerra, come l’ha definita il presidente Nello Musumeci”.

Mineo, “intercettare i fabbisogni del sistema sanitario”

“Sono orgoglioso – ha sottolineato Mineo, che sta coordinando il gruppo di lavoro – perché gli ingegneri e le aziende del Distretto Meccatronica hanno risposto alla chiamata, mettendo a disposizione il proprio know-how, il personale e la capacità produttiva in uno sforzo encomiabile condiviso, che dimostra come in Sicilia si può e si deve fare rete. Abbiamo messo in piedi un network che si avvale di ingegneri, specialisti, tecnici e manodopera qualificata”.

“Abbiamo le carte in regola – ha concluso – per guardare oltre l’emergenza e intercettare i fabbisogni del sistema sanitario della Sicilia in termini non solo di dispositivi ma anche di apparecchiature ad alta tecnologia adeguate alla guerra contro il covid-19”.

Musumeci, Roma ci mandi respiratori richiesti e kit diagnosti

Poco prima del via libera ai prototipi “made in Sicily” il presidente della Regione Musumeci aveva attaccato in tv il Governo nazionale: “Se Roma non ci ascolta corriamo il rischio di combattere una guerra con le fionde: abbiamo chiesto 362 aspiratori elettrici e ce ne hanno consegnati zero, cinquecentomila kit diagnostici, consegnati zero, ventilatori elettrici, richiesti 416 e consegnati zero, mascherine ffp2 e ffp3 richieste 5,2 milioni, consegnate 41.560, mascherine chirurgiche richieste 13 milioni, consegnate 170 mila, guanti sterili richiesti 53 milioni, consegnati 82 mila”.

“Noi – ha aggiunto – possiamo emettere tutte le ordinanze che vogliamo e il governo può emettere tutti i decreti che vuole ma se non c’è la sufficiente forza per fare i controlli, con le sanzioni conseguenti per chi non rispetta le norme, non abbiamo fatto niente”.

Poi Musumeci è tornato su un tema che gli sta molto a cuore: quello dell’impiego massiccio dell’esercito: “La Sicilia ha bisogno di avere i militari in gran numero. Io ho chiesto l’intervento dell’Esercito e mi hanno dato purtroppo solo qualche centinaio di uomini”.

“Abbiamo immaginato un picco di settemila contagiati – ha proseguito Musumeci – quindi il massimo che si possa immaginare in una condizione di dilagante epidemia con 2.800 posti letto per gli ospedalizzati, cioè positivi che non avranno bisogno di andare in terapia intensiva, e con 600 posti di rianimazione (oggi ne abbiamo ricoverati 68). Ma qualunque sforzo previsionale di programmazione per un piano di contrasto pubblico e privato già attivato è vano se combattiamo una guerra con le fionde”.

Lupo, gli attacchi di Musumeci fanno male a Sicilia

E secondo il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo, “Gli attacchi di Musumeci al governo nazionale fanno male ai Siciliani e non sono utili a fronteggiare l’emergenza Coronavirus soprattutto in un momento in cui serve uno sforzo congiunto delle istituzioni regionali e nazionali di fronte alla notizia del focolaio infettivo di Troina che rischia di trasformarsi in una vera ‘strage degli innocenti'”.

“Le parole usate dal presidente Musumeci contro il governo nazionale – ha aggiunto Lupo riferendosi all’intervento nella trasmissione televisiva -, invocando la presenza dell’esercito in Sicilia, non aiutano a combattere l’espandersi dell’epidemia. In Sicilia non abbiamo bisogno dell’esercito per le strade, perché i cittadini stanno reagendo con straordinario senso di responsabilità, quanto piuttosto di strutture sanitarie adeguate oltre che di tutelare e sostenere l’impegno delle personale sanitario con attrezzature adeguate e dispositivi di protezione individuale”.

Le zone rosse e l’emergenza nell’Oasi di Troina

“E’ necessario – ha aggiunto Lupo – che il presidente della Regione si attivi immediatamente proponendo al governo nazionale un impegno concertato per fronteggiare la gravissima emergenza covid 19 in Sicilia, e in particolare in tutte le zone rosse e a Troina dove in queste ore presso l’Irccs Oasi Maria Sanrtissima sono ricoverati circa 160 disabili, affetti da gravi patologie, tra cui molti bambini oltre al personale”.

“Nella struttura – ha denunciato Lupo – ci sono già venti contagiati da covid 19 e molti altri presentano gravi sintomi”.

“Per Troina – ha concluso l’esponente del Pd – anche in considerazione della specificità della struttura, è necessario che il presidente Musumeci chieda l’intervento della Protezione civile nazionale, anche con il supporto della sanità militare e del Ministero della salute in considerazione della specificità”.

Altri otto laboratori per tamponi, venti in tutto

Da oggi, intanto, saranno complessivamente venti i laboratori siciliani destinati all’emergenza Coronavirus.

Ai dodici già operativi in tutto il territorio regionale se ne aggiungono, infatti, altri otto (pubblici e privati) che saranno chiamati a effettuare le analisi sui tamponi.

Quelli privati sono stati selezionati da una commissione sulla base dell’avviso pubblico dell’assessorato regionale della Salute e rispondono ai criteri previsti dalle disposizioni dell’Istituto superiore di sanità.

Altre strutture sono in corso di autorizzazione.

Tra i nuovi laboratori pubblici quelli dell’Istituto zooprofilattico a Palermo e dell’ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento. Ma, nel capoluogo, ci sono anche l’Ismett e il Buccheri La Ferla. Altre strutture autorizzate sono state individuate in provincia di Catania e Siracusa.

La misura rientra nell’ambito delle azioni di prevenzione e contrasto stabilite dal governo regionale.

I laboratori pubblici già autorizzati e operativi sono a: Caltanissetta, Catania, Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Marsala.

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