Coronavirus, Villabate, ostia nelle mani, parroco si dimette - QdS

Coronavirus, Villabate, ostia nelle mani, parroco si dimette

redazione web

Coronavirus, Villabate, ostia nelle mani, parroco si dimette

sabato 23 Maggio 2020

Nel Palermitano don Leonardo Ricotta, nemico dei "modernisti" parla di "macelleria eucaristica". Il caso di "don" Minutella, scomunicato per le sue teorie che continua a imperversare sul web. In abito talare. GUARDA I FILMATI

Don Leonardo Ricotta, presbitero di Palermo, non è più il parroco della chiesa di Sant’Agata a Villabate.

Dopo la messa di lunedì scorso – ma la notizia si è appresa soltanto adesso – si è infatti dimesso definendo “un atto di macelleria eucaristica” l’obbligo di distribuire l’ostia nelle mani – e con i guanti – così come prevedono le misure di contenimento del coronavirus.

Il prete ultracattolico nemico dei “modernisti”

Una posizione quella di Don Lorenzo Ricotta, prete ultracattolico nemico dei “modernisti” e di Papa Francesco, condivisa da alcuni siti integralisti.

Sul “Report Mariano” del videoreporter palermitano Davide Salmeri, la settimana scorsa don Ricotta aveva definito “la comunione nelle mani con il guanto” come “un triplice sacrilegio”, richiamandosi addirittura a Padre Pio. E comunicando che i parrocchiani avrebbero fatto soltanto “la comunione spirituale”.

“Don Ricotta ha rinunciato al proprio ufficio”

Nei giorni scorsi era circolata sui social la notizia di un allontanamento del prete e ieri l’Arcidiocesi di Palermo, con una propria nota, ha chiarito che “dal 21 maggio don Leonardo Ricotta, non è più il parroco della Parrocchia di Sant’Agata in Villabate avendo egli stesso rinunciato a tale ufficio”.

“È pertanto inesatta o pretestuosa – si legge ancora nella nota – la notizia diffusa da alcuni canali social secondo la quale Don Leonardo Ricotta sarebbe stato rimosso dall’ufficio di Parroco dall’Arcivescovo di Palermo”.

Don Ricotta sarebbe vicino a un ex parroco palermitano scomunicato

Le parole del prete avevano fatto scalpore. Conservatore, critico nei confronti del corso di Papa Francesco, don ricotta viene indicato come vicino all’ex prete Alessandro Maria Minutella, 47 anni, palermitano e un tempo parroco di San Giovanni Bosco nel quartier di Romagnolo.

E da qualche anno scomunicato: il 13 novembre del 2018 Minutella fu raggiunto dal decreto in cui veniva dichiarata la scomunica latae santentiae per eresia e scisma.

L’ex prete Minutella in abito talare sul web

Nonostante ciò “don” Minutella continua a indossare l’abito talare e a diffondere sul web – il quotidiano di destra Libero esalta i suoi quarantamila followers – quelle critiche alla Chiesa “prostituta indegna venduta ai poteri del mondo” e al “falso Papa” Francesco che gli sono valse la scomunica.

Sul canale Youtube e sul profilo Facebook di Radio Domina Nostra, in un filmato di qualche giorno fa, commentando un discorso di Papa Bergoglio in occasione del centenario di Giovanni Paolo II, Minutella ha parlato di “impostura” e di “falsa Chiesa”. E, con toni a metà tra il profeta e il conduttore di televendite, ha accusato la Chiesa di aver ridotto Woytila a “testimonial, influencer per dare nuovamente consenso a Bergoglio”.

Sul canale Youtube di Minutella le messe di don Roncaglia

In una nota di due anni fa della diocesi di San Miniato si legge poi che “Poiché don Roncaglia pubblicamente dichiara di essere in unione di pensiero e di intenti con don Minutella, si rende noto che don Minutella è stato scomunicato … La Chiesa in questo modo attribuisce a don Minutella la responsabilità dei delitti di eresia e di scisma. Nessun credito pertanto va dato a chi fa a lui riferimento”.

https://www.youtube.com/watch?v=Eg7l-Vvb3xY&list=PLLv_TlXi3OlBrDJ2znc7TaTgEfScGKMs_&index=5&t=1068s

Eppure Enrico Maria Roncaglia continua a “celebrare messe” via web poi trasmesse dal canale Youtube di “don” Minutella.

Minutella e “l’autoproclamazione a papa”

L’agenzia di stampa “Corrispondenza Romana” considera in un articolo “non inverosimile” addirittura “l’autoproclamazione a papa” di Minutella, “seguendo l’esempio dei cinque ‘vescovi’ del cosiddetto ‘Ordine carmelitano del Santo Volto’ di El Palmar de Troya, consacrati dall’arcivescovo vietnamita Pierre Martin Ngô Đình Thục l’11 gennaio 1976, sull’onda di presunte apparizioni della Vergine, mai riconosciute, che sarebbero avvenute fin dal 1968”.

Anche per via del fatto che sono maturate nello stesso ambiente, quello di don Ricotta, con le sue interpretazioni, sembra un secondo “Caso Minutella”.

Non è stata l’Arcidiocesi a rimuovere don Ricotta

E questo anche se la nota dell’Arcidiocesi smentisce che sia stato l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, a rimuovere il parroco di Villabate.

Nel comunicato del Clero Palermitano si sottolinea però che non sono condivisibili certe prese di posizione dell’ex parroco, perché “la prassi di distribuire la comunione nelle mani è in conformità alle norme emanate dal Magistero della Chiesa cui ogni cristiano cattolico deve religioso ossequio della volontà e dell’intelletto”.

“Personali convincimenti non possono essere imposti”

Nella nota si aggiunge che “Personali convincimenti presentati da singoli come dottrina autentica, non possono essere imposti ai fedeli” e che spetta dunque al Vescovo nella diocesi “dare norme in materia liturgica, alle quali tutti sono tenuti”. E questo per difendere “l’unità della Chiesa universale”.

In attesa della nomina del nuovo Parroco, l’Arcidiocesi di Palermo individuerà nei prossimi giorni un Amministratore parrocchiale.

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