Il gup di Palermo, dopo la richiesta della Procura del febbraio scorso, ha rinviato a giudizio con l’accusa di corruzione l’ex governatore siciliano Rosario Crocetta.
Il procedimento nasce dall’inchiesta sull’armatore trapanese Ettore Morace.
Il processo inizierà il due marzo del prossimo anno.
Il giudice si è dichiarato incompetente per territorio per tutti gli altri imputati tra cui l’ex sottosegretario Simona Vicari, anche lei indagata per corruzione.
Secondo l’accusa, Rosario Crocetta avrebbe ricevuto diecimila euro, tramite Massimo Finocchiaro, allora suo riferimento politico a Messina, per finanziare il movimento Riparte Sicilia.
L’ex governatore, in cambio avrebbe “fatto indebite pressioni” sui dirigenti regionali Dora Piazza a Fulvio Bellomo per favorire la compagnia Ustica Lines di proprietà dello stesso Morace.
La parte dell’inchiesta relativa al governatore Crocetta ruotava anche attorno alla richiesta di Morace di estendere oltre il termine del tre settembre i collegamenti con Favignana e le altre isole Egadi, servizio che avrebbe fruttato all’armatore tre milioni di euro.
Il gip di Palermo ha rimandato gli atti alla Procura perché li trasmetta a Trapani, sede, secondo il magistrato, competente sulla vicenda.
Il processo si sposta per: l’ex sindaco di Trapani Girolamo Fazio, Marianna Caronia, Giuseppe Montalto, Salvatrice Severino, Simona Vicari, Massimo Finocchiaro, Sergio Bagarella, Lucio Cipolla, Elisabetta Miceli, Ettore Morace, Giacomo Monteleone e la Liberty Lines.
Crocetta comparirà dunque in febbraio davanti al tribunale di Palermo insieme a Ettore Morace, che è stato rinviato a giudizio per questa vicenda mentre per le altre accuse si troverà davanti al gip di Trapani, e all’ex segretario Massimo Finocchiaro.
E’ stata stralciata invece per motivi di salute la posizione di Vittorio Morace. Il procedimento a suo carico è stato sospeso: l’11 dicembre si deciderà se l’imputato è in grado di partecipare al giudizio.
L’inchiesta che ha portato all’udienza preliminare di oggi portò all’arresto dell’armatore Ettore Morace, dell’allora candidato a sindaco di Trapani Girolamo Fazio e del consulente della Regione Giuseppe Montalto.
I magistrati ipotizzarono un vero e proprio sistema corruttivo che ruotava attorno agli armatori Morace proprietari della più grande compagnia marittima di aliscafi d’Europa, la trapanese Ustica Lines, poi ribattezzata Liberty Lines.
Per gli investigatori, Morace, grazie ai suoi rapporti con politici come Vicari e Fazio e alla connivenza di consulenti e funzionari della Regione, avrebbe consolidato il suo impero.
Intascando, attraverso le stime gonfiate delle compensazioni regionali, fondi che non avrebbe dovuto avere. O risparmiando milioni di euro grazie a un emendamento alla Legge di Stabilità voluto dalla Vicari, che abbassava l’Iva sui trasporti marittimi dal dieci al quattro per cento: operazione che avrebbe portato un ammanco di sette milioni nelle casse dello Stato.
La politica, che si dimise dopo l’avviso di garanzia, in cambio avrebbe ricevuto un Rolex.