La Juventus paragonata a una "macchina ingolfata" a causa di investimenti oltre le previsioni di budget e di altre operazioni poco accurate, tra cui gli stipendi eccessivi
Plusvalenze per 282 milioni in tre anni «connotate da valori fraudolentemente maggiorati». C’è questo dato alla base dell’indagine della procura di Torino e della Guardia di Finanza, che ieri è sfociata in una serie di perquisizioni negli uffici della Juventus. Indagati i vertici del club bianconero: Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Fabio Paratici.
Ci sono accertamenti anche sui rapporti economici con Cristiano Ronaldo nell’inchiesta. La Juventus paragonata a una “macchina ingolfata” a causa di investimenti oltre le previsioni di budget e di altre operazioni poco accurate, tra cui gli stipendi eccessivi.
COSA RISCHIA
Gli articoli di riferimento per il reato di falso in bilancio sono il 2621 e il 2622 del Codice Civile e il decreto legislativo 74/2000. Per quanto riguarda la giustizia sportiva, c’è un precedente che nel 2018 partì dalle stesse premesse. La Corte d’Appello federale allora condannò il Chievo Verona a tre punti di penalizzazione per “reiterata violazione ed elusione delle norme di prudenza e correttezza contabile”. Questa decisione fu confermata dal Collegio di garanzia, mentre la Procura federale chiedeva 15 punti di penalizzazione.
Nell’ambito del Codice Figc sappiamo che il comma 1 dell’articolo 31 fa riferimento a “informazioni mendaci, reticenti o parziali” ma anche a “comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica”.
In questo caso ammenda e diffida sono le sanzioni. Il comma 2, invece, si rivolge a “chi tenta di ottenere l’iscrizione a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa”. In questo secondo caso, si va dalla penalizzazione all’esclusione del campionato. Ma è improbabile che si verifichino sanzioni relative al comma 2.