Sono in molti coloro che vivono una difficile situazione economica e rischiano quotidianamente di accumulare debiti. Proprio per questa ragione l’eventuale creditore pretende di riavere indietro i suoi soldi e quando deve recuperare un credito che il debitore non riesce a saldare può ricorrere a diverse soluzioni. Una di queste è quella del pignoramento del conto corrente del debitore stesso.
Per evitare di andare incontro a tale problematica, alcuni debitori potrebbero decidere di aprire un conto corrente all’estero. Prima di scendere nel dettaglio però bisogna capire cosa prevede il regolamento. Gli articoli 498 e seguenti del Codice di Procedura Civile italiano servono proprio a regolare la procedura di pignoramento, disciplinando relative modalità e limiti di esecuzione. Un conto corrente, infatti, non può essere pignorato da un momento all’altro, ma serve l’ordine da parte di un ufficiale giudiziario.
Il pignoramento si rivela essere quindi una vera e propria azione esecutiva, che può essere esercitata nel caso in cui il debitore non sia in grado di pagare il proprio debito o non intenda adempiere al proprio dovere. A tal proposito, è bene sapere che l’Agenzia delle entrate può intervenire senza delegare la procedura al tribunale.
Non sono pignorabili:
Inoltre è necessario sapere che un conto corrente estero non può essere pignorato con le stesse modalità previste per i conti correnti italiani. Proprio per tale ragione è poco probabile che i creditori possano venire a conoscenza di un conto corrente estero e pertanto pignorarlo. La difficoltà di aggredire un conto estero, in effetti, è perlopiù di natura pratica, dato che il creditore dovrebbe innanzitutto essere a conoscenza dell’esistenza dello stesso.
Di base si può dire che tutti i cittadini potenzialmente hanno la libertà di spostare i propri soldi in un altro Paese. E per questo scopo, non bisogna fare altro che fissare un appuntamento presso l’istituto di credito prescelto. Quest’ultimo chiederà di portare con sé tutta una serie di documenti, tra cui sicuramente la carta d’identità e la documentazione attestante la propria situazione patrimoniale, in modo che la banca possa valutare il profilo del potenziale cliente. Ovviamente, a seconda della banca scelta e, soprattutto, del Paese scelto, questa procedura può richiedere modalità differenti.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI