PALERMO – Anche in Sicilia il coronavirus provoca, quanto meno, preoccupazione. Intanto, in diverse zone, compresa la città di Palermo, dove sono stati accertati i primi tre casi, sono stati presi d’assalto supermercati e farmacie, dove mascherine e gel disinfettanti sono ormai in via di esaurimento.
Anche gli scaffali dei supermercati hanno iniziato a svuotarsi con una velocità diversa dal normale, soprattutto per quanto riguarda i beni di prima necessità come pasta, farina, acqua e prodotti in scatola a lunga conservazione.
La Federconsumatori di Palermo ha effettuato dei controlli su eventuali prezzi speculativi di mascherine e gel disinfettanti: i volontari della sede hanno già controllato diverse farmacie e sanitarie della città. Sono state esaurite tutte le scorte anche negli stessi depositi di distribuzione e rifornimento. Anche nei supermercati la situazione sembra essere fuori controllo: carrelli pieni e corridoi sempre più vuoti, in virtù di una psicosi di massa per molti versi ingiustificata e controproducente. Situazione simile anche nelle farmacie, dove le mascherine sono andate letteralmente a ruba.
Un accaparramento sempre più massiccio, nonostante lo stesso ministero della Salute italiano abbia già specificato che l’utilizzo dell’oggetto in questione non sia strettamente necessario “per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie”.
La gente sembra impazzita, quasi convinta che anche da queste parti scoppierà l’epidemia. Un esempio, in provincia di Palermo, è Partinico, in cui sembra di rivedere un po’ le scene di qualche anno fa, quando vennero presi d’assalto i rifornimenti di carburante e i supermercati per il famoso blocco dei Tir. “Partinico sta rispondendo come un pò tutta l’Italia, – afferma Benedetto Santoro della farmacia Gassisi -. C’è grande preoccupazione tra la gente, le mascherine e i gel industriali per la pulizia delle mani sono esauriti già da qualche settimana a dire il vero”.
I consigli su ciò che è meglio fare sono quelli del ministero della Salute: evitare luoghi affollati, contatti con persone che sono state in Cina recentemente o al Nord Italia dove si è sviluppato il focolaio del virus, lavare spesso le mani, utilizzare igienizzanti quando non si ha a disposizione una sorgente d’acqua ed evitare il contatto diretto con le persone, anche una semplice stretta di mano.
Tante domande e tanti dubbi sono venuti fuori anche sul consumo di vari alimenti, anche a causa delle tante fake news che circolano sui social. Nicola Barbera, presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari in Sicilia, ha voluto fare delle precisazioni: “Tocca smentire le voci circolate sui media che riportano come potenzialmente pericoloso il consumo di alimenti, sia provenienti dalla Cina che prodotti in Italia da Cinesi o anche prodotti e venduti da italiani. Il virus non si trasmette per via alimentare, ma attraverso il contatto con le goccioline del respiro delle persone infette, ad esempio quando starnutiscono o tossiscono o si soffiano il naso”.
Dunque, l’unico rischio proveniente dal consumo di alimenti riguarda una possibile errata manipolazione degli stessi: “Se gli addetti alla somministrazione o preparazione di alimenti fossero infetti – dice ancora Barbera – e non applicassero scrupolose norme di igiene potrebbero contaminare i cibi cosi come le superfici e l’aria ma non esiste assolutamente un contagio diretto per via alimentare, solo aerea”.