Ambiente

Costa su depositi scorie radioattive, Rifiuti di bassa intensità

“Non c’è nessuna indisponibilità, per quanto mi riguarda l’importante è arrivare a una definizione” sul deposito nazionale per i rifiuti nucleari. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa al question time alla Camera, rispondendo ad una interrogazione della deputata Giuseppina Occhionero di Italia viva che ha chiesto se il ministro non ritenga opportuno adottare iniziative per “fermare la procedura di consultazione, ritirare la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee” ad accogliere il deposito “e avviare una revisione della disciplina di cui al citato decreto legislativo che possa fornire una risposta normativa all’oggettiva necessità di individuazione del sito, che sia però compatibile con le aspirazioni e le esigenze delle comunità locali e territoriali, consentendo anche una procedura di selezione e di consultazione pubblica che sia libera dai vincoli dettati dall’emergenza pandemica”.

Nel ricordare che si tratta di “rifiuti di bassa media intensità” che derivano dalla medicina, come radioterapia ed esiti di Tac, il ministro Costa ha detto che “siamo in una direttiva europea Euratom che ci impone determinati passaggi e siamo in infrazione, all’inizio del percorso che ci porta ad infrazione europea perché ora abbiamo poco più di 20 siti su tutto il territorio nazionale dove affluiscono questi rifiuti nucleari e che sono siti provvisori invece abbiamo bisogno di un sito definitivo”.


Il decreto legislativo 31 del 2010, ha proseguito Costa, “pone le condizioni di ingaggio. Nel 2015 si conclude il percorso tecnico, viene secretato e ora noi l’abbiamo desecretato. Chiaramente – ha detto ancora Costa – ora inizia la consultazione. Ho già detto che c’è la mia massima disponibilità, attendendo gli emendamenti perchè è una modifica del decreto legislativo 31 e ci vuole una norma”. Si parla di più emendamenti, ha proseguito Costa, “c’è la mia massima disponibilità a rivedere nel termine i tempi previsti per la consultazione pubblica per le verifiche tecniche. Quindi c’è la disponibilità a uscire dall’infrazione e dare sicurezza al territorio. La consultazione ci consente di capire quali sono gli aggiornamenti. Non c’è nessuna indisponibilità, per me importante a arrivare a una definizione”.