Covid, paziente a medici: "Scusate, su vaccino sbagliavo - QdS

Covid, paziente a medici: “Scusate, su vaccino sbagliavo

Antonino Lo Re

Covid, paziente a medici: “Scusate, su vaccino sbagliavo

giovedì 26 Agosto 2021

È la storia di un paziente con meno di 45 anni che a luglio ha preso il Covid ed è stato ricoverato in ospedale. Pensava che il vaccino non gli sarebbe servito

Pensava che il vaccino non gli sarebbe servito e che sarebbe stato sufficiente attenersi alle precauzioni anti contagio per non ammalarsi, ma quando ha preso il Covid ed è stato ricoverato in ospedale, si è ricreduto. È la storia di un paziente con meno di 45 anni che a luglio si è ritrovato all’ospedale di Ponderano, in provincia di Biella.
L’uomo, durante il ricovero, ha scritto una lettera per ringraziare il personale che lo stava seguendo nelle cure. Una missiva che l’Asl di Biella ha diffuso oggi, mantenendo l’anonimato del paziente.

“Vi voglio ringraziare per le cure e le attenzioni prestatemi – si legge nella lettera -. Lo so che per voi questo rappresenta il vostro lavoro, che fate con passione, e io sono un vostro paziente. Mi sento però in dovere di chiedervi scusa, e soprattutto di scriverlo, perché erroneamente pensavo di stare attento alle precauzioni anti Covid e che, in questo modo, sarei stato sempre bene. `Il vaccino non mi serve, lasciamolo fare a chi ha paura di ammalarsi’, pensavo. Mi sbagliavo due volte. La prima, perché se avessi fatto il vaccino non mi sarei ammalato così e forse non mi avrebbero ricoverato; la seconda, perché non avrei infettato i miei famigliari e non li avrei obbligati a stare in casa, con la preoccupazione di una persona cara che non ti può assistere e vedere. Gli errori servono per crescere.
Sicuramente a tutte le persone che conosco – continua – consiglierò vivamente di vaccinarsi, raccontandogli l’esperienza passata e il `dovere’ di non ammalarsi”.

“Certamente non dimenticherò i vostri occhi – prosegue la lettera – dove i miei cercavano conferme ma, soprattutto, il conforto delle vostre parole. Non dimenticherò i piccoli e semplici gesti: quando mi imboccavate, mi facevate bere, mi asciugavate il sudore dal viso e le lacrime che uscivano da quegli stessi occhi che bruciavano di tanti pensieri. Concludo queste righe con gli occhi un po’ commossi e, con il cuore in mano, con due parole: scusatemi e grazie”.

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