Il turismo può ripartire grazie a un Covid scanner a distanza - QdS

Il turismo può ripartire grazie a un Covid scanner a distanza

Michele Giuliano

Il turismo può ripartire grazie a un Covid scanner a distanza

giovedì 28 Maggio 2020

L'innovativo strumento può intercettare i soggetti contagiati a distanza di 25 metri e in qualsiasi ambiente, al chiuso o anche all'aperto. A finanziare una società con un siciliano tra i referenti in Italia: proposto ad aeroporti, lidi e ristoratori

PALERMO – Un progetto di ricerca ha partorito un innovativo strumento che può intercettare soggetti affetti dal coronavirus a distanza di 25 metri e in qualsiasi ambiente, al chiuso o anche all’aperto. Non a caso prende il nome di “Covid Scanner 19” ed è stato realizzato da Tairs Worldwide ltd, società che si occupa di servizi per compagnie aeree e hotels e di assistenza per lo sviluppo del turismo globale, in collaborazione con l’università anglocattolica “San Paolo Apostolo”.

attilio pernaUn mix di scienza e tecnologia che potrebbe presto sbarcare anche in Sicilia: “Abbiamo avuto contatti con gli aeroporti di Palermo, Catania e Comiso – afferma Attilio Perna, chairman di Jp Partners Americana, proprietaria della Tairs – e anche con numerose strutture ricettive tra le più importanti e grandi, come resort e lidi”.

Siamo in presenza in buona sostanza di un vero e proprio thermoscanner manuale con la differenza che ha uno spettro molto più ampio e profondo nell’intercettare il virus. Il suo funzionamento si basa sulla biorisonanza, una tecnologia di medicina quantistica. Ogni cellula e tessuto ha una propria frequenza, tutto il disequilibrio dell’organismo si traduce in un cambiamento del valore delle frequenze. Ed è qui che il “Covid scanner 19” entra in azione: raccoglie e rileva queste informazioni e in tempo reale segnala il soggetto potenzialmente infetto.

Ad aver messo il sigillo qualitativo sull’apparecchio il rinomato centro studi e ricerca UniSanPaolo, l’università internazionale che lavora nell’ambito della ricerca scientifica riconosciuta dalla Commissione Europea e dal ministero dell’Istruzione e ricerca.

In questo thermoscanner la biorisonanza è un punto focale del suo funzionamento: agisce direttamente sulle frequenze cellulari, che permettono all’operatore che ha in uso l’apparecchio di notare le “perturbazioni energetiche” prima che siano fisicamente percepibili. Il principio è fondato sul fatto che il corpo umano è composto prevalentemente d’acqua (tra 70% e l’85%), in quest’ottica quindi la persona è “energeticamente sensibile”, essendo l’acqua un buon conduttore d’energia.

“L’obiettivo di questo progetto – aggiunge Perna – è la rilevazione immediata di soggetti positivi attraverso la percezione elettromagnetica delle cellule virali covid-19 e le loro successive mutazioni per prevenire la diffusione della pandemia”.

La ricerca si è basata sul fatto che, come dimostrato, il solo rilevamento della temperatura corporea non è molto efficace con soggetti asintomatici e i tamponi chimici impiegano giorni per fornire risultati affidabili. Questo strumento di rilevamento funziona in remoto e fino a 25 metri, senza entrare in contatto con il soggetto e senza analisi biochimiche.

“La tecnica della biorisonanza – aggiunge il siciliano Ennio Cipolla, rappresentante per l’Italia della Jp Partners – si basa sul meccanismo del biofeedback e utilizza i segnali elettromagnetici emessi naturalmente dal corpo, al fine di generare un trattamento di frequenza”.

Alla base della ricerca dell’università “San Paolo” i risultati della rilevazione dell’apparecchio sono considerati “sicuri” ed ha anche delle personali caratteristiche assolutamente positive: non è invasivo, emette i risultati in pochi secondi anche con tracce minime, i dati sono affidabili e oggettivi, non è richiesto alcun campione e non vi è nessun contatto con il soggetto.

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