In Sicilia allarme "contagi fantasma", "Molti positivi in giro con gli amici" - QdS

In Sicilia allarme “contagi fantasma”, “Molti positivi in giro con gli amici”

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In Sicilia allarme “contagi fantasma”, “Molti positivi in giro con gli amici”

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sabato 14 Agosto 2021

Il direttore generale dell'Asp di Ragusa, Angelo Aliquò: "Vanno al supermercato o in farmacia per comprare i test rapidi, li provano a casa, scoprono di essere positivi ma non comunicano nulla"

“Vanno al supermercato o in farmacia per comprare i test rapidi, li provano a casa, scoprono di essere positivi ma non ci comunicano il risultato, così il giorno dopo possono andare al lavoro o uscire con gli amici, incuranti della salute altrui o convinti di non rappresentare un problema perché asintomatici: è anche a causa di questa gente che il virus avanza“.

A lanciare l’allarme su quelli che definisce i contagi “fantasma” è il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò. Il manager sottolinea che casi del genere vengono segnalati non solo nella provincia iblea ma in tutta la Sicilia, prima regione in Italia per numero di contagi giornalieri, e indica anche una possibile soluzione: “Vietare la vendita di questi kit nei supermercati, mentre in farmacia bisognerebbe limitarne l’uso all’interno dell’esercizio e nelle mani dei dottori, così che il risultato venga poi comunicato ai nostri uffici e scatti tutta la procedura anti-Covid, dalla quarantena domiciliare al tracciamento”. Aliquò punta il dito anche su chi non si è ancora sottoposto al vaccino.

“Il ritmo delle vaccinazioni – spiega – è sempre più lento. Qui, ormai, non superiamo le mille inoculazioni al giorno, e se ci sono aree virtuose, come il capoluogo e i comuni montani, dove l’incidenza degli immunizzati sulla popolazione è arrivata ben oltre il 70%, altre zone abbassano la media provinciale al 60%. Il risultato? Aumentano i casi gravi in ospedale, si abbassa l’età dei ricoverati, si riaprono i reparti Covid e si sposta di nuovo parte del personale sanitario alla cura delle persone infettate (quasi tutte non vaccinate) togliendo risorse umane a chi ha altre patologie”.

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