Covid, su no vax e lockdown natalizio è scontro politico - QdS

Covid, su no vax e lockdown natalizio è scontro politico

redazione web

Covid, su no vax e lockdown natalizio è scontro politico

mercoledì 17 Novembre 2021

Governatori leghisti per una chiusura selettiva sull'esempio austriaco, ma Salvini dice no. Domani il confronto tra le Regioni, anche nel centrodestra c'è un coro di sì. Gelmini, decisione in dicembre

Sembra paradossale ma a guidare l’assalto contro i no vax adesso sono i governatori leghisti del Nord, quelli che avevano, con Matteo Salvini, sottolineato che non si poteva imporre il vaccino.

Ma, a poco più di un mese da Natale, il giallo e ancor di più l’arancione fanno paura, così a partire per primo è stato il presidente leghista del Friuli e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga: “La mia idea è che le restrizioni della zona gialla non valgono per i vaccinati. Chi si è protetto, ha partecipato alla campagna vaccinale, limita le ospedalizzazioni, salvaguarda il sistema di sanità pubblica non può pagare un prezzo di cui non ha nessuna colpa, perché ha creduto nella scienza e nello Stato”.
Insomma, una versione light della decisione dell’Austria di imporre il lockdown solo ai non vaccinati.

Della stessa idea un altro leghista, il governatore della Lombardia, Attilio Fontana.
“Non possiamo pensare – ha dichiarato – a restrizioni per questi cittadini che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune”.

Lega e centrodestra contro i no vax

Al coro si uniscono altri presidenti della regione del centrodestra come il ligure Giovanni Toti (“Chiederemo al Governo che le misure restrittive legate alle fasce di colore valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino, non per le persone che lo hanno correttamente fatto”), il calabrese Roberto Occhiuto (“se si dovessero rendere necessarie nuove restrizioni queste dovrebbero coinvolgere esclusivamente coloro che non si sono vaccinati”), il piemontese Alberto Cirio (“chi si è vaccinato ha dato prova di fiducia nelle istituzioni e io credo che questa fiducia debba essere ripagata”).

Ma anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, si è detto favorevole all’introduzione di misure restrittive per chi ha scelto di non vaccinarsi.

La questione del vaccino ai bambini

“Se chi non è vaccinato vuol partecipare alla vita di comunità – ha affermato – deve immunizzarsi. Se non lo fa, approfitta di quello che hanno fatto altri. In questo caso credo sia giusto, come qualcuno ha proposto, assumere provvedimenti restrittivi nei confronti dei non vaccinati, per limitarne la mobilità negli spazi pubblici. Perché la circolazione dei non vaccinati favorisce fortemente il contagio. Già dobbiamo fare i conti, in Toscana, con circa 370mila bambini fino a dodici anni che, in questo caso per legge, non possono vaccinarsi. Per tutti gli altri, quelli che non si vaccinano per scelta, dovranno essere studiate misure che ne limitino la circolazione”.

Intanto il microbiologo Guido Rasi, consulente del commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, ha sottolineato come occorra “creare ambienti con il minor rischio possibile di circolazione”.

“Quindi – ha affermato – se i no vax, oltre a creare problemi intrinseci, hanno anche comportamenti che facilitino questa circolazione virale, questo deve essere oggetto di una riflessione importante”.

Domani confronto tra Regioni

Domani le Regioni si riuniranno per confrontarsi sul tema, ma i costituzionalisti hanno già sottolineato dubbi sulla praticabilità del percorso proposto.

E dal Governo è stato affermato che “non è allo studio nessuna stretta sul modello austriaco”, anche perché i dati del contagio, in Italia, sono ben più bassi di quelli dell’Austria.

Salvini prende le distanze dai suoi governatori

E Matteo Salvini, a dimostrazione che la Lega ormai non è così granitica, ha preso le distanze dai presidenti di Regione, anche da quelli leghisti, affermando che si “terrorizzano gli italiani”.

“Stiamo lavorando – ha aggiunto – per non chiudere, non proibire, niente a nessuno”.

Gelmini, le decisioni a inizio dicembre

Sono due le sostanziali differenze tra zona bianca e gialla: obbligo di mascherina anche all’aperto, limite di quattro persone al tavolo al ristorante.
Più pesanti le limitazioni in caso di passaggio ad arancione, con coprifuoco, chiusura di locali e stop a spostamenti.

La ministro Mariastella Gelmini ha ribadito che le decisioni assunte “consentono al nostro Paese di restare aperto: abbiamo l’84% di cittadini vaccinati con due dosi, il governo monitora con grande attenzione l’andamento dei contagi, sollecita la terza dose, ha varato indicazioni sui mezzi di trasporto”.
“Per il momento ci fermiamo qui” ha aggiunto, con la validità del Green pass che “al momento resta di dodici mesi: valuteremo poi in base all’andamento dei contagi”.
Tra le altre ipotesi, il taglio a nove mesi della validità del pass, mentre c’è chi chiede una sforbiciata anche alla scadenza del tampone antigenico: da 72 a 48 ore.

Il punto sarà fatto dunque all’inizio di dicembre, con in mano i dati aggiornati su curva dei contagi, tasso di occupazione di terapie intensive e posti letto ordinari e vaccini: ad oggi hanno completato il ciclo quarantacinque milioni e mezzo di italiani (il 76,8% della popolazione), mentre la terza dose è stata inoculata a tre milioni e duecentomila di loro.

Si spinge sulle terze dosi

Chiaro che si dovrà spingere sul richiamo. Ed ecco che, dopo il coinvolgimento della fascia 40-59 anni a partire dal primo dicembre, ci potrebbe in seguito essere un ulteriore abbassamento dell’età.

“Negli ultimi giorni – ha sottolineato il ministro della Salute, Roberto Speranza – abbiamo fatto quotidianamente circa 130 mila richiami. E dobbiamo insistere”.

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