Il Tocilizumab, un farmaco antireumatico in sperimentazione
contro Covid-19, potrebbe ridurre fortemente la mortalità nelle forme più
gravi. Lo afferma uno studio tutto emiliano-romagnolo, coordinato dall’Aou di
Modena e a cui hanno partecipato l’Ausl Irccs di Reggio Emilia e l’Aou di
Bologna, pubblicato su Lancet Rheumatology.
La ricerca è stata condotta su un campione di 544 pazienti affetti da polmonite severa, e il farmaco ha ridotto la mortalità del 75% portandola dal 20% al 7%. Al momento questo è lo studio osservazionale su pazienti con polmonite grave più importante al mondo per quanto riguarda numerosità e metodologia statistica, sottolineano gli autori, ma i risultati devono essere confermati da studi randomizzati, in cui vengono analizzati due gruppi di pazienti di cui uno prende il farmaco e l’altro un placebo, già in corso.
“Come è noto – commenta Cristina Mussini, Direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena – durante queste polmoniti si scatena un’abnorme risposta del sistema immunitario che produce una risposta infiammatoria esagerata, la cosiddetta ‘tempesta citochinica’, responsabile del danno polmonare. Ebbene, questa eccessiva risposta immunitaria è in parte governata dalla interleuchina 6, cheviene inibita proprio dal Tocilizumab.
Lo studio è di tipo retrospettivo, cioè utilizza dati preesistenti per confrontare due gruppi, uno curato col farmaco l’altro no, ma saranno gli studi randomizzati a dare una risposta definitiva.
“I primi risultati di
questi studi randomizzati sono promettenti – conclude Mussini che fa parte del
comitato scientifico di uno di questi studi, a guida francese – ma ovviamente è
fondamentale usare tutte le cautele del caso”.