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Covid, variante brasiliana in 83enne vaccinato con Pfizer

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Covid, variante brasiliana in 83enne vaccinato con Pfizer

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mercoledì 12 Maggio 2021

Le varianti brasiliana e africana risultano maggiormente trasmissibili rispetto alla variante classica. L'anziano tuttavia sta bene, a conferma dell'efficacia della vaccinazione.

Il vaccino contro il virus Sars-CoV-2 non blocca completamente l’infezione, soprattutto in caso di varianti, ma è in grado di attenuare la sintomatologia, in particolare negli anziani, tra i quali è spesso grave.

Un riscontro clinico in questo senso è stato ottenuto dall’Istituto Clinico Diagnostico di Ricerca Altamedica di Roma ed è in via di pubblicazione sulla rivista scientifica Pathogens. Il Laboratorio Altamedica, grazie all’utilizzo del recente test messo a punto per la caratterizzazione delle varianti, ha identificato un particolare caso di paziente che, pur avendo ricevuto entrambe le dosi del vaccino (Pfizer), risultava positivo alla variante brasiliana.

IL CASO

L’uomo, 83 anni, aveva ricevuto la seconda dose il 16 febbraio 2021. L’11 marzo, entrando in contatto con un collega infetto, è stato contagiato e il 17 marzo, in assenza di sintomi, si è sottoposto a tampone molecolare risultando positivo. Nonostante avesse un titolo anticorpale (IgG) nella media dopo il vaccino, è risultato avere una carica virale molto alta e per questo si è provveduto alla caratterizzazione delle varianti.

VARIANTI BRASILIANA E AFRICANA, MAGGIORI PROBABILITA’ DI CONTAGIO

“Il test di identificazione rapida delle varianti – spiega Claudio Giorlandino, direttore scientifico del Centro – ha identificato le mutazioni della proteina S del lineage brasiliano. L’ulteriore analisi di conferma eseguita con sequenziamento completo del genoma virale ha confermato la presenza della variante. Solo tre giorni dopo il primo tampone positivo il paziente ha riportato lievi sintomi come mal di testa e sintomi influenzali che si sono risolti in due giorni senza ausilio farmacologico. Il 22 marzo il paziente è risultato negativo. Da recenti pubblicazioni scientifiche è emerso che le varianti brasiliana e africana sono in grado di effettuare un ‘escape’ dal sistema immunitario di circa 6 volte maggiore rispetto alla variante classica“.

“Sfortunatamente però – ha osservato Giorlandino – le informazioni disponibili sulla copertura vaccinale alle varianti sono molto scarse e relative ai soli studi in vitro, nessun trial o studio su pazienti è ancora disponibile. Con questo ‘case report’ in via di pubblicazione, per la prima volta si ha un riscontro clinico di come il vaccino, nonostante non riesca a bloccare completamente l’infezione soprattutto a fronte di varianti, è comunque in grado di attenuare i sintomi”.

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