Sanità

Covid, versione della variante Omicron invisibile ai tamponi

Una versione “invisibile” della variante Omicron, che potrebbe sfuggire ai tamponi rapidi.
Questo lo scenario delineato dal Guardian sulla base degli elementi raccolti dagli scienziati mentre nel Regno Unito i casi legati alla variante sono passati da 101 a 437.

La versione “stealth” della variante – paragonata al celebre bombardiere invisibile – presenta molte mutazioni che caratterizzano la Omicron standard. Viene però segnalata assenza però di una mutazione specifica che consentirebbe ai tamponi molecolari di individuare i casi quantomeno probabili.
Analisi approfondite sul campione consentirebbero comunque di individuare la variante Omicron, che però potrebbe “dribblare” i tamponi e in particolare quelli che forniscono risultati in modo più rapido.

Secondo il Guardian, il discorso attualmente riguarda solo sette casi certificati: la variante “invisibile” è stata individuata in campioni raccolti in Sudafrica, Australia e Canada, ma potrebbe aver raggiunto una diffusione maggiore.
E’ presto, come si legge, per ipotizzare una mappa. Le differenti caratteristiche, però, potrebbero incidere sul comportamento.

Variante Omicron, Pfizer, protezione ridotta

Secondo uno studio, di dimensioni ridotte, condotto in Sudafrica dall’Africa Health Research Institute, il vaccino Pfizer, con le due dosi standard, potrebbe essere meno efficace nei confronti della variante Omicron.

I ricercatori, in base ai dati pubblicati online e ancora non sottoposti a peer review, hanno evidenziato una “evidente riduzione” della protezione offerta dal vaccino nei confronti della variante.

Alcuni elementi dello studio sono stati riassunti su Twitter dal virologo sudafricano Alex Sigal, uno dei firmatari della ricerca.

L’analisi, afferma lo stesso scienziato, è ancora in fieri: finora sono stati raccolti dati relativi a dodici soggetti che hanno ricevuto il vaccino Pfizer nel cicolo ordinario e senza la dose booster.
I risultati dello studio potrebbero cambiare con l’acquisizione di ulteriori dati, nel quadro generale caratterizzato dall’attività di ricerca condotta in numerosi paesi e anche dalle aziende produttrici dei vaccini.

“Tenderei ad essere più ottimista”, ha detto Ugur Sahin, fondatore di Biontech (partner di Pfizer).
Nello studio, inoltre, si osserva che l’abbinamento tra guarigione dal Covid e la somministrazione del vaccino “aumenta il livello di protezione” in particolare dalla malattia grave.

Nuovo vaccino in marzo se necessario

Il vaccino Pfizer specifico contro la variante Omicron potrebbe arrivare a marzo 2022. Lo ipotizza Albert Bourla, Ceo della casa farmaceutica.
“Se ci sarà bisogno del vaccino, credo che lo avremo in marzo – ha detto – ma non so se sarà necessario, lo sapremo in poche settimane”.

I ricercatori sono all’opera per stabilire se l’attuale vaccino offra una protezione sufficientemente solida, aggiunge il Ceo.
Pfizer ha puntato anche sulla pillola antivirale, il Paxlovid.
“Abbiamo un altissimo livello di fiducia, combatterà questa variante e tutto quelle che abbiamo visto finora”, ha detto Bourla.