Il Credito Valtellinese ha chiuso il primo semestre del 2020 con un utile netto salito a 41 milioni di euro, in crescita del 74% rispetto al primo semestre 2019. E’ continuata poi, informa un comunicato, la crescita degli impieghi (+3,6%) e dei depositi (+6,3%) retail. In ulteriore calo gli oneri operativi (-10%), “grazie alle continue azioni di efficientamento” (con costi del personale -9% e altre spese amministrative -14%).
Creval ha inoltre annunciato di aver perfezionato ieri la cessione di un ulteriore pacchetto di crediti deteriorati con un valore di libro lordo di 300 milioni di euro (per il 50% circa Utp), completando così “in anticipo la vendita di Npe prevista a piano”. Il Npe ratio lordo si è quindi ridotto di 500 punti base a 6,4% da 11,4% di giugno 2019. Ridotto a 1 miliardo di euro lo stock di crediti deteriorati, pressoche dimezzato nell’arco di un anno. Lo stock delle sofferenze è così diminuito del -66% e quello degli Utp del 30%, con la copertura complessiva dei crediti deteriorati a 45% (copertura sofferenze 62%, copertura Utp 39%).
Per solidità patrimoniale, infine, la banca si definisce “ai vertici del sistema”, con il Cet 1 fully loaded pari al 16,7% senza tener conto dell’utile del periodo, in aumento di 100 punti base rispetto a fine marzo 2020 (15,7%) e 270 punti base rispetto alla fine del primo semestre 2019 (14%). Creval sottolinea di avere una “ampia eccedenza di capitale di oltre 800 punti base rispetto al requisito minimo Srep” e una “elevata posizione di liquidità”, con 4,61 miliardi di euro di attivi liberi stanziabili in Bce.
