Durante il lockdown sono aumentati anche i casi di furto di dati personali sul web in Italia (+26,6% rispetto al 2019). È quanto emerge dall’Osservatorio Cyber elaborato da Crif. Scorrendo la classifica dei Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno del furto di email e password online, si osservano ai primi posti Usa, Russia, Germania e Francia, seguiti dal Regno Unito e dall’Italia, che occupa il sesto posto assoluto.
Lo studio ha messo in evidenza che il periodo di pandemia non ha fermato le attività criminali degli hacker, che anzi hanno con ogni probabilità trovato un maggior numero di occasioni, a causa di un più intenso uso del Eeb da parte di una platea allargata di utenti durante i mesi di lockdown. Rispetto al primo semestre del 2019, infatti, i primi sei mesi del 2020 hanno fatto registrare un aumento del 26,6% degli utenti che hanno ricevuto un avviso di un attacco informatico ai danni dei loro dati personali. Le fasce di età maggiormente colpite dai furti di dati personali sono quelle tra 31 a 40 anni e tra 41 a 50 anni, con una quota di utenti allertati per fascia pari rispettivamente al 35,7% e al 33,5%, seguite da quella da 51 a 60 anni, con una quota del 30,2%.
La maggior parte degli account sottratti nel primo semestre 2020 (il 73,2%) si riferisce ai siti di intrattenimento, soprattutto di giochi online e di streaming. Al secondo posto si piazzano quelli dei portali dedicati ai servizi finanziari (in particolare banking, piattaforme exchange di criptovalute o servizi di pagamento), con una quota del 18,7% del totale; questa tipologia risulta particolarmente pericolosa perché potrebbe comportare rilevanti perdite economiche per le vittime di furto, così come nel caso degli account di e-commerce, nei quali si verifica il 6,5% dei furti.