Crisi, Conte in Cdm, avanti tutta sulle urgenze assolute - QdS

Crisi, Conte in Cdm, avanti tutta sulle urgenze assolute

redazione web

Crisi, Conte in Cdm, avanti tutta sulle urgenze assolute

giovedì 14 Gennaio 2021

Sale per il premier la tentazione della sfida in Aula, anche se Renzi non ha "chiuso" dopo le dimissioni delle rappresentanti di Iv, che ieri non hanno preso parte al Consiglio dei ministri. La proroga dello stato d'emergenza per il covid fino al trenta aprile e tutti i provvedimenti

Crisi di governo, Renzi ritira le ministre ma non chiude e Conte deve affrontare la nuova crisi di governo trovandosi di fronte a un bivio: sedersi a trattare, per il bene del Paese attanagliato da una nuova emergenza covid, o sfidare in aula il leader di Italia Viva.

Una soluzione auspicata anche dal Presidente della Repubblica: ieri Sergio Mattarella ha invitato a far presto, a uscire dalla palude, visto soprattutto il particolare momento attraversato dall’Italia.

Chi conosce Conte, però, afferma che non si siederà mai al tavolo con chi lo ha accusato di aver creato “un vulnus democratico” e sarebbe, dunque, duello in Parlamento.

Per rispondere a viso aperto agli affondi – sono stati bollati come “attacchi inaccettabili” da alcuni nel Consiglio dei ministri di ieri – di Renzi.

Conte ha appreso delle dimissioni della delegazione di Iv via mail, qualche minuto prima che iniziasse la conferenza stampa dei Renzi.

Le ministro Teresa Bellanova e Elena Bonetti, il sottosegretario Ivan Scalfarotto, nella lettera di dimissioni hanno ribadito le stesse accuse di Renzi.

Oggi, a quanto si apprende, il governo dovrebbe sciogliere la riserva su chi assumerà l’interim dei due posti vacanti nella squadra. E’ possibile, considerando la situazione, che sia lo stesso Conte ad assumere l’incarico.

E questo farebbe pensare che si stia prendendo tempo in vista di una trattativa.

Aprendo nella serata di ieri il Consiglio senza le due ministro di Italia Viva, dimissionarie, Conte ha attaccato a muso duro Renzi, accusandolo di aver provocato un danno al Paese. E rivendicando di non essersi mai sottratto al confronto.

Ora “si va avanti sul lavoro delle prossime ore per le emergenze assolute del Paese per la pandemia e gli interventi economici e poi si va in Parlamento a testa alta e con la coscienza pulita”, ha spiegato un ministro.

Eppure, a ben guardare, Matteo Renzi ha lasciato aperto uno spiraglio, per risolvere la crisi.

Da Iv rimarcano che non ha mai chiesto o preteso un passo indietro di Conte.

Insomma, magari la soluzione è più vicina di quel che appare, sedersi tutti intorno al tavolo evitando le incognite di una crisi di governo al buio.

Ma troppe liti sono sul tappeto e, chi lo conosce, ritiene difficile che Conte torni indietro.

Ma questo sarebbe un suo punto di debolezza.

Il Pd, che ancora ieri per tutto il giorno ha tentato ogni strada per arrivare a una ricucitura, è stato durissimo. “E’ un atto contro il Paese”, ha detto Nicola Zingaretti in tv.

Ma fino a che Conte non si dimetterà o verrà a mancare la fiducia in aula da parte di Italia Viva, ancora ci sono margini di trattativa.

Sia il M5S che il Pd hanno fatto quadrato attorno al presidente del Consiglio.

Anche Beppe Grillo, a chi questa mattina gli chiedeva lumi sul post in cui richiamava alla responsabilità, ha risposto: “Io disarcionare Conte? Ma se sono un contiano di ferro”.

Prorogato lo stato d’emergenza fino al 30 aprile

Intanto ieri sera il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte, vista la nota del ministro della salute e il parere del Comitato tecnico scientifico, ha deliberato la proroga, fino al trenta aprile 2021, dello stato d’emergenza.

Il decreto conferma, fino al 15 febbraio 2021, il divieto già in vigore di ogni spostamento tra Regioni o Province autonome diverse, con l’eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Inoltre, dal 16 gennaio 2021 e fino al 5 marzo 2021, sull’intero territorio nazionale si applicano le seguenti misure:

  • è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata, tra le 5.00 e le ore 22.00, a un massimo di due persone ulteriori a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. Tale spostamento può avvenire all’interno della stessa Regione, in area gialla, e all’interno dello stesso Comune, in area arancione e in area rossa, fatto salvo quanto previsto per gli spostamenti dai Comuni fino a 5.000 abitanti;
  • qualora la mobilità sia limitata all’ambito territoriale comunale, sono comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia;
  • è istituita una cosiddetta area “bianca”, nella quale si collocano le Regioni con uno scenario di “tipo 1”, un livello di rischio “basso” e una incidenza dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti. In area “bianca” non si applicano le misure restrittive previste dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri (DPCM) per le aree gialle, arancioni e rosse ma le attività si svolgono secondo specifici protocolli. Nelle medesime aree possono comunque essere adottate, con DPCM, specifiche misure restrittive in relazione a determinate attività particolarmente rilevanti dal punto di vista epidemiologico.

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