ROMA – La democrazia è in crisi. Se non ce n’eravamo accorti finora, ce lo ricorda un sondaggio di Dalia Research per la Fondazione Alliance of Democracies, su un campione di cittadini di 50 Paesi rappresentativo dei tre quarti della popolazione mondiale. Più di metà del mondo, il 51%, non si sente rappresentato dalla politica e il 58% ritiene che il suo governo non agisca nel suo interesse. Ma il dato sorprendente è che gli abitanti dei paesi democratici hanno percezioni ancora più negative: il 64% ritiene che il loro governo agisca nel loro interesse “raramente” o “mai”. Nei paesi non democratici questa percezione è condivisa dal 41%, forse anche perchè in certi ambienti è meglio non criticare troppo.
I cittadini dei Paesi democratici ritengono in maggioranza che la loro voce venga ascoltata dalla politica “mai” o “di rado”: sono il 54% contro il 46% di chi vive in Paesi non democratici. Su dieci Paesi dove la sfiducia è più grande dieci sono democrazie, e l’Italia c’è. Primo il Giappone dove chi non si sente ascoltato è il 74%, poi la Polonia al 63%, la Francia, l’Austria e il Portogallo al 62%, la Norvegia al 61%, Germania, Olanda e Belgio al 60%. L’Italia è decima con il 57%, insieme a Singapore, che non è considerata una democrazia. L’Italia si salva (si fa per dire) nella classifica di chi pensa che il proprio paese non serva i suoi interessi. Il 63% per cento degli italiani è d’accordo, in linea con una media del 64% tra i paesi considerati democratici.
Nelle top ten dei Paesi dove i sentimenti sono più negativi otto sono democrazie: il 67% ne è convinto in Australia, Belgio, Giappone e Irlanda, in polonia è il 68%, il 69% in Danimarca, il 70% in Svezia il 71% in Portogallo il 73% in Austria. In cima alla classifica c’è il kenya con l’80%.