Crisi di Governo, l'Udc si sfila, ma il premier Conte va avanti - QdS

Crisi di Governo, l’Udc si sfila, ma il premier Conte va avanti

redazione web

Crisi di Governo, l’Udc si sfila, ma il premier Conte va avanti

domenica 17 Gennaio 2021

Al Senato, grazie all'astensione di Italia Viva, avrebbe però soltanto i voti sufficienti per non affondare, rimandando tutto a una successiva trattativa. La dichiarazione di Berlusconi

Proseguono i contatti per garantire una maggioranza forte al governo Conte dopo le dimissioni dei ministri di Italia Viva, mentre il premier prepara il suo discorso alle Camere.

L’Udc però si è chiamato fuori riaffermando la sua fedeltà al centrodestra che ieri ha riunito i suoi vertici dicendosi pronto a costruire un’alternativa.

Il piano di Giuseppe Conte, però, pare non sia cambiato: andare in Aula, ottenere anche solo una maggioranza relativa e poi aprire il tavolo per il programma da governo e, probabilmente, anche il rimpasto.

Niente dimissioni e niente Conte-ter, quindi.

Ma se alla Camera, domani, i numeri danno ragione al Premier. al Senato, martedì, Conte potrebbe doversi accontentare di 154 voti su una maggioranza assoluta di 161, abbastanza per restare in sella con l’astensione di Iv ma, appunto, sette voti sotto il risultato che anche il Quirinale auspica per poter contare su un esecutivo solido.

Nel M5S Vito Crimi e Alfonso Bonafede, dopo aver riunito i direttivi di Camera e Senato, hanno ribadito la loro compattezza attorno a Conte e il “no” a Renzi.

Ma, in una fronda del Movimento, montano i dubbi sulla necessità di mantenere il veto totale a Iv.

E c’è chi addirittura avrebbe consigliato a Conte di tenere un’informativa e non delle comunicazioni, evitando così il voto.

“Se ottiene dieci voti in meno di 161 il centrodestra farà fuoco e fiamme”, sottolinea una fonte di primo piano del Movimento.

E in effetti il centrodestra si sta muovendo e nella riunione di ieri ha posto il veto all’Udc. Inoltre, a tarda sera, è arrivata una dichiarazione di Silvio Berlusconi.

“Mi auguro – ha detto il leader di Forza Italia – che il passaggio parlamentare faccia definitivamente chiarezza. Se il presidente Conte ha i numeri per andare avanti, lo faccia, senza sottrarsi ancora al dovere di governare e alle urgenze del Paese. Se invece si certificherà la fine di una maggioranza che non ha mai avuto né il consenso degli elettori né omogeneità e coerenza politica al proprio interno, allora si ridia subito la parola al Capo dello Stato per metterlo in condizione di assumere nel più breve tempo possibile le determinazioni necessarie. In ogni caso, deve cessare la paralisi che si è determinata nelle ultime settimane: la politica non può passare il tempo a discutere su sé stessa mentre il paese vero soffre come mai prima d’ora”.

“Comunque – ha concluso – è necessario mettere in sicurezza e votare al più presto i provvedimenti necessari a dare qualche sollievo alle tante categorie in difficoltà, primi fra tutti il nuovo scostamento di bilancio e il Decreto ‘Ristori’, ai quali naturalmente voteremo a favore, come avevamo annunciato da tempo e come abbiamo sempre fatto quando erano in gioco gli interessi degli italiani”.

I cambi di casacca

Intanto si registrano i primi cambi di casacca: il deputato di Iv De Filippo ha annunciato il suo ritorno nel Pd e domani alla Camera sosterrà il governo.

Il presidente Sergio Mattarella vigila con preoccupazione sulla crisi e invita a non fare maggioranze abborracciate, soprattutto con l’Italia alle prese con la pandemia, il Recovery Plan e anche la presidenza del G20.

Pd e M5S sono in stato d’allarme: “L’unico modo per salvare la legislatura è fare come De Filippo”, è la battuta che circola tra i dirigenti dem con riferimento al deputato renziano che ha annunciato il ritorno nel Pd.

“Ci serve un patto di legislatura e una maggioranza politica”, ha detto Debora Serracchiani in vista della direzione del partito convocata per oggi da Nicola Zingaretti.

“Il prezzo della crisi è immenso – viene sottolineato in una nota dei Dem – , in Aula tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità per salvaguardare gli interessi del Paese”.

La caccia ai responsabili, insomma, è tutt’altro che finita, ma la scelta di Matteo Renzi di far astenere Italia Viva sembra reggere l’urto: finora nessuna defezione è stata registrata in Senato anche se, in maggioranza, c’è un certo ottimismo sul fatto che, qualcun’altro, oltre a De Filippo, dirà addio a Matteo Renzi.

Renzi, che riunirà i parlamentari nel pomeriggio, proverà a serrare ranghi.

“Al Senato – ha detto – i nostri diciotto parlamentari saranno decisivi”.

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