Ambiente

Costa in Sicilia fa i conti con i nostri disastri ambientali

PALERMO – Due giornate intense che sono sembrate un viaggio panoramico sui principali problemi ambientali che ormai da decenni affliggono la Sicilia. La visita del ministro dell’Ambiente Sergio Costa nell’Isola è significativa partire dalle tappe scelte – San Filippo del Mela, rada di Augusta, sito di interesse nazionale di Priolo, centro urbano di Catania – che si snodano tra le aree industriali ad alto rischio ambientale e una Città metropolitana che necessita di pratiche sostenibili e mobilità alternative per sentirsi più pulita ed europea. E su tutto due punti fondamentali: la firma dell’accordo sulla qualità dell’aria con la Regione – anticipato nell’edizione del sabato del QdS (leggi qui) – e la  la disponibilità a intervenire nelle bonifiche da parte delle imprese private che operano nel Sin di Priolo.

RIFIUTI. Impossibile non passare da uno temi più caldi degli ultimi anni e spesso oggetto del contendere tra Palermo e Roma, non sempre allineati su prospettive comuni e di recente di nuovo in conflitto dopo la parziale apertura regionale ai termovalorizzatori. A Catania il ministro Costa, che non fa nessun cenno al recupero elettrico e termico dai rifiuti, ribadisce alcuni concetti noti del suo agire ministeriale: dal “primo gennaio 2020 come ministero dell’Ambiente abbiamo costituito una nuova direzione generale che è quella sull’economia circolare. La prospettica cambia: non si parla più di rifiuti, qualcosa che io getto, ma di qualcosa che reimpiego, riutilizzo e che crea indotto. Bisogna concepire il concetto di economia circolare”. Tutto muove anche da una semplice constatazione: “Qualunque cosa se ne possa pensare dal punto di vista del recupero, riciclo, reimpiego, riutilizzo noi siamo il Paese con la più alta è migliore tecnologia mondiale ambientale”.

DESERTIFICAZIONE. La Sicilia resta una delle regioni più esposte al fenomeno della desertificazione – le aree isolane nel mirino sono il 70%, percentuale record a livello nazionale – ed è un tema che il ministro conosce bene, segnalando appunto che “la desertificazione è un problema che riguarda buona parte del mondo e dell’Italia dal sud, al centro e si sta espandendo anche al nord. In Sicilia e di più anche, ovviamente per condizioni collegate ai mutamenti climatici e alla posizione geografica”.

Gli strumenti non mancano – ha ricordato Costa – tra la norma regionale sulla desertificazione e l’impegno del ministero dell’Ambiente che “ha la competenza sulla desertificazione che non solo guarda a livello nazionale, ma anche ad un tavolo internazionale”. In questo senso, si stanno negoziando anche dei fondi a livello sovranazionale. Da parte della Regione c’è grande attenzione: “Sulla desertificazione – ha spiegato Nello Musumeci, presidente della Regione – la Sicilia è l’unica regione ad avere varato un concreto piano di azione. Io credo che con il Governo centrale e con il ministro dell’Ambiente si possa e si debba fare un buon lavoro”.

Il ministro Sergio Costa

AMIANTO. Musumeci elenca il lavoro fatto e quello che c’è da fare, sottolineando la presenza sul tavolo di “cinque-sei temi particolarmente sensibili e bisogna recuperare il tantissimo tempo perduto in Sicilia sul fronte ambientale e della qualità dell’aria”. Ottime notizie ci sarebbero sul fronte dell’amianto, in virtù del fatto che la legge regionale in materia, risalente al 2014, è stata largamente disattesa, anche e soprattutto dai Comuni che avrebbero dovuto avviare i piani locali e completare il censimento. Il governatore ha spiegato che nei prossimi giorni la “commissione licenzierà il Piano per l’amianto e finalmente i Comuni potranno essere nelle condizioni di raccoglierlo e conferirlo nei luoghi preposti”.

Rosario Battiato


 

Siglato il piano di tutela dell’aria

Stato e Regione siciliana fanno quadrato per convincere l’Ue a ritirare le sanzioni

CATANIA – La firma attesa è arrivata nella mattinata di ieri a Catania. Il Piano di tutela dell’aria –  la Giunta regionale ne aveva deliberato la presa d’atto il primo di novembre – prevede un investimento da 4 milioni di euro per favorire iniziative in grado di contrastare l’inquinamento da traffico urbano nelle città di Palermo, Catania, Messina e Siracusa. La formalizzazione dell’accordo ha visto le firme del governatore Nello Musumeci e del ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

“L’atto amministrativo sulla qualità dell’aria – ha spiegato il ministro – che oggi abbiamo firmato, seppur di natura economica, porta in sé tutta una serie di attività condivise tra ministero, regione e comuni”. Si tratta, appunto, di 4 milioni di euro che serviranno anche per risolvere problemi evidenziati a livello comunitario: “Finalmente si andrà a Bruxelles, all’Unione Europea a dimostrare che le infrazioni per le quali noi stiamo già pagando non debbono essere più pagate. C’è un impegno formale adesso”.

La palla adesso passa a Palermo: “Come ministero diamo queste risorse alla Regione Siciliana perché poi con i bandi previsti possa intervenire ad esempio sulle questioni che nel piccolo, ma nell’ordinario di tutti i giorni, riguardano le famiglie. Dalla mobilità alternativa, ai contributi nel cambio della vettura”.

Dalla parte isolana, bisognerà adesso intervenire con misure complementari a quelle del Piano di tutela della qualità dell’aria e l’accelerazione dell’attuazione di misure contenute nel Piano. In campo iniziative che riguarderanno fondamentalmente l’inquinamento da traffico urbano di Palermo, Catania, Messina e Siracusa, in particolare si fa riferimento alla promozione dell’adozione, in un atto concertato con le Città metropolitane di Palermo, Catania, Messina e con il Comune di Siracusa, del “Programma sperimentale di mobilità sostenibile casa-lavoro/scuola nel territorio della Regione Siciliana”.

Bisogna ricordare che la Regione siciliana è nel mirino dell’Ue in ben due procedure di infrazione relative alla qualità dell’aria: la n. 2015/2043 per i superamenti del valore limite per gli ossidi di azoto (NOx) e la n. 2014/2147 per i superamenti del valore limite per il particolato fine PM10 e per la mancata attuazione di interventi di risanamento della qualità dell’aria.

Tra gli altri impegni presi dalla Regione, l’adozione di disposizioni, entro sei mesi, finalizzate al “ricambio dell’attuale parco automezzi per le Pmi e imprese artigiane e per i cittadini, con mezzi a basso impatto ambientale, tramite l’incentivazione della rottamazione dei veicoli inquinanti” e con altre pratiche come il biglietto unico, la promozione di infrastrutture per il potenziamento della mobilità ciclo-pedonale e anche aggiornamento dei piani di risanamento per le tre aree ad elevato rischio ambientale siciliane”.

Rosario Battiato


 

Il ministro a Priolo lancia la sfida: coinvolgere i privati nelle bonifiche

PRIOLO (SR) – Ancora morti, sempre morti, almeno una vittima in ogni famiglia, una strage con un unico comune denominatore: il tumore, una malattia tremenda, un vero e proprio incubo per chi vive nel quadrilatero della morte (Augusta, Melilli, Priolo Gargallo e Siracusa).

Oggi questo fazzoletto di terra è stato oggetto di una visita da parte dell’assessore all’Ambiente, Sergio Costa, dal quale ci si aspettavano risposte concrete per cittadini portati allo stremo dall’inquinamento non solo, ma principalmente, industriale. Il ministro ha annunciato un nuovo modo di voler affrontare le bonifiche, e cioè il coinvolgimento delle aziende stesse che da un lato ammorbano i residenti, ma dall’altro impiegano un gran numero di lavoratori.

“Sarà la Eni Rewind (ex Syndial) a mettere in campo alcuni interventi, del valore di alcune centinaia di milioni di euro scaglionati nei prossimi anni, per attuare le bonifiche. Si tratta certamente di un passaggio che segna la differenza con il passato: ieri industria e istituzioni si contrapponevano, oggi dialogano e offrono reciproca disponibilità: un nuovo linguaggio per risolvere i problemi del territorio. Questi interventi avranno una doppia ricaduta, sia sulla salute dei cittadini che per quanto riguarda le opportunità occupazionali” – ha spiegato Giorgio Pasqua, deputato regionale del Movimento 5 stelle, il quale ha accompagnato il ministro durante questo mini tour in territorio aretuseo, insieme al collega Stefano Zito, Paolo Ficara (parlamentare M5s) e Pino Pisani (senatore M5s).

Nel capoluogo, il ministro ha incontrato i sindaci dei comuni coinvolti, tra cui anche il primo cittadino di Priolo Gargallo, Pippo Gianni, relatore della legge sull’amianto in Sicilia, ed esperto in termini di inquinamento. è stato proprio lui a consegnare a Costa un dossier con l’intera pratica inquinamento nel siracusano, non solo in termini di inquinamento industriale, ma anche di discariche abusive, cenere di pirite a Magnisi e altro ancora. Non solo. Costa ha anche incontrato una delegazione siciliana dell’Ona (Osservatorio Nazionale Amianto), guidata dal responsabile siracusano Calogero Vicario. Quest’ultimo ha snocciolato il dato relativo ai morti per mesotelioma: 947 nel periodo che va dal 2000 al 2011, quasi 100 casi per ogni anno.

A testimonianza della stanchezza e della presa di conoscenza dei cittadini del grave pericolo per la salute che si sta correndo, una petizione consegnata dal siracusano Peppe Patti, già appartenente al gruppo dei Verdi, che conta ben 175.000 firme di gente che chiede lo stop ai miasmi industriali.

Grande disponibilità è stata mostrata dal ministro il quale, durante l’incontro in Prefettura ha dichiarato: “Vogliamo cambiare pagina e aprire una nuova porta. Per farlo, vogliamo avviare un tavolo congiunto tra aziende, ministero, Regione siciliana e sindaci dell’area competente. Quello di coinvolgere le aziende private vuole essere un nuovo modo di affrontare le bonifiche. Quando si parla di bonifiche non si parla di interventi che si fanno da un giorno all’altro, ma cominciare da qualche parte significa sgombrare il campo dello scarica barili di responsabilità e mettere al centro del dibattito il bene del territorio”.

Oriana Gionfriddo