Politica

“Decreti Sicurezza”, la maggioranza verso l’accordo



Potrebbe essere domani la giornata decisiva per il superamento dei decreti sicurezza fortemente voluti dal capo della Lega Nord Matteo Salvini.

Il condizionale è d’obbligo visto che non sono bastate tre riunioni nell’ultimo mese tra la ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese e gli esponenti della maggioranza per sciogliere tutti i nodi.

Nel nuovo incontro al Viminale Lamorgese – fiduciosa sulla possibilità di arrivare a un accordo – presenterà l’ultimo testo messo a punto sulla base dei documenti presentati da Pd, M5s, Leu e Iv. E se sulle novità da introdurre sembra maturare un’intesa di massima, c’è l’incognita tempi.

Presentare ora un decreto ne metterebbe a rischio la possibilità di conversione entro sessanta giorni.

Il M5S spinge quindi per settembre.

La Corte Costituzionale ha bocciato la scorsa settimana la norma – contenuta nel primo dei due Dl Salvini – che vieta ai richiedenti asilo la possibilità di iscriversi all’anagrafe del Comune in cui risiedono. Nella bozza di decreto che Lamorgese metterà sul tavolo martedì (si chiama immigrazione, non più sicurezza), il ritorno dell’iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo è uno dei punti di novità, appoggiato anche dai Cinquestelle.

Le altre misure nel testo che vedono concordi le forze di maggioranza sono: l’ampliamento dei permessi speciali a chi rischia di subire “trattamenti inumani e degradanti” nel proprio Paese, a chi necessita di cure mediche, a chi proviene da Paesi in cui sono avvenute “gravi calamità”; il dimezzamento dei tempi di trattenimento nei Cpr (da 180 a 90 giorni); la revisione del sistema di accoglienza Siproimi, limitato da Salvini ai soli rifugiati, prevedendo due livelli (uno di prima assistenza l’altro anche con l’integrazione) e strutture con piccoli numeri gestite da Comuni ed allargate ai richiedenti asilo.

Ci sono poi la convertibilità dei permessi di soggiorno in permessi per motivi di lavoro; l’intervento sulla “tenuità del fatto” chiesto dal capo dello Stato Sergio Mattarella riguardo le ipotesi di violenze a pubblico ufficiale.
Sull’altro punto finito nel mirino di Mattarella, cioè le megamulte fino a un milione di euro alle navi umanitarie che violano il divieto di ingresso in acque italiane, il testo della ministro trasforma l’illecito da amministrativo in penale, riportando tutto sotto il Codice della navigazione (con pene fino a due anni di reclusione e 516 euro di multa), lasciando che sia il giudice e non più il prefetto a decidere.

Tagliate dunque le multe milionarie e la confisca automatica della nave.

I Cinquestelle vorrebbero mantenere le multe previste nella prima formulazione del decreto (da dieci a cinquantamila euro).

Il testo Lamorgese – sul quale domani potrebbe arrivare un sostanziale via libera politico – è una mediazione tra le richieste più massimaliste arrivate da Pd, LeU e Iv e quelle più ‘minimal’ di M5S, al cui interno convivono diverse sensibilità sul tema. Ora la maggioranza riflette su quando approvare il nuovo dl in Consiglio dei ministri. La pausa estiva alle porte sconsiglia di far iniziare subito il viaggio del testo alle Camere.

L’ingorgo parlamentare ne metterebbe a rischio la conversione.

Di qui l’orientamento di chiudere martedì sui contenuti per rimandare l’ok al testo a dopo le elezioni di settembre. Non tutti nel centrosinistra condividono però il rinvio, tenendo anche conto che l’esito delle Amministrative potrebbe poi pesare sul destino del provvedimento.

Intanto l’opposizione si scatena.