Lavoro

“Salva Lukoil”, tutelati migliaia di posti di lavoro: cosa prevede il decreto

Il Consiglio dei ministri dell’1 dicembre ha dato il via al provvedimento che prevede il salvataggio della raffineria Isab-Lukoil di Priolo. Il Governo Meloni, infatti, ha scelto di approvare il decreto per la “tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici”, che consentirà la salvaguardia della raffineria siciliana Isab-Lukoil, considerata come “produzione strategica per il Paese”.

Si prevede un’amministrazione temporanea di massimo due anni per le raffinerie. Ecco i primi dettagli su come funziona il decreto approvato ieri dal Cdm, che si è occupato – tra le altre questioni e oltre al decreto “Salva Lukoil” – anche dell’invio di armi in Ucraina e del caso Ischia.

Il decreto “Salva Lukoil”: cosa prevede

Il decreto interministeriale approvato salva la Isab-Lukoil di Priolo e prevede un’amministrazione temporanea che potrà avere una durata massima di due anni. La norma è valida fino al 30 giugno 2023. Si tratta di una misura per fronteggiare gli “imminenti rischi di continuità produttiva idonei a recare pregiudizi all’interesse nazionale”, visto che – a causa delle sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina – le raffinerie Lukoil rischiavano di non poter più ricevere petrolio russo a partire dal 5 dicembre.

Il decreto approvato dal Cdm ha scongiurato, al momento la chiusura di Lukoil e garantito la continuità del lavoro per un indotto di circa 10mila persone. Soddisfazione per i sindacati: “Importante il decreto legge del Governo a tutela degli interessi nazionali sui settori produttivi strategici che scongiura la chiusura della raffineria Isab di Priolo controllata da Lukoil. Si garantisce la continuità dell’operatività dell’impianto e l’occupazione”, si legge in un tweet della Cisl nazionale.

Il decreto-legge “Misure urgenti a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici”, soprannominato il “Salva Lukoil”, è stato approvato su proposta del Presidente Giorgia Meloni e firmato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Il provvedimento “salva Lukoil” prevede – interventi – si legge in una nota di Palazzo Chigi – “in considerazione del carattere emergenziale assunto dalla crisi energetica, ove vengano in rilievo, presso le imprese che gestiscono a qualunque titolo impianti e infrastrutture di rilevanza strategica per l’interesse nazionale nel settore della raffinazione di idrocarburi, imminenti rischi di continuità produttiva idonei a recare pregiudizi all’interesse nazionale, conseguenti a sanzioni imposte nell’ambito dei rapporti internazionali tra Stati, al fine di garantire, con ogni mezzo, la sicurezza degli approvvigionamenti, nonché il mantenimento, la sicurezza e la operatività delle reti e degli impianti e quindi la continuità produttiva”.

Il ruolo del commissario

Il decreto che salva le raffinerie Lukoil prevede un’amministrazione temporanea, disposta per un periodo massimo di 12 mesi e prorogabile una sola volta per altri 12 mesi. La disposizione è temporanea e sarà valida fino al 30 giugno 2023.

“Il commissario ministeriale può avvalersi anche di società a controllo pubblico operante nel medesimo settore e senza pregiudizio della disciplina in tema di concorrenza”, si legge nella nota della Presidenza del Consiglio.

Il provvedimento prevede anche “misure economiche connesse all’esercizio del “golden power”, in particolare misure di sostegno della capitalizzazione dell’impresa per consentire un rafforzamento patrimoniale “ai fini dell’accesso agli interventi erogati dal patrimonio destinato (CDP) e al fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività di impresa (Invitalia)” ma anche “ai contratti di sviluppo e agli accordi per l’innovazione”.

Il commento di Giorgia Meloni

La premier ha espresso “soddisfazione per l’approvazione in Consiglio dei ministri di un decreto legge a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici. Una norma con la quale il Governo interviene, tra l’altro, per garantire la continuità del lavoro nella raffineria Isab di Priolo che impiega con l’indotto circa 10mila persone. Scopo dell’intervento d’urgenza è tutelare al tempo stesso un nodo energetico strategico nazionale e i livelli occupazionali così significativi per la Sicilia e l’intera Nazione”.