Decreto sicurezza bis, un coro di no nelle Commissioni camerali - QdS

Decreto sicurezza bis, un coro di no nelle Commissioni camerali

redazione

Decreto sicurezza bis, un coro di no nelle Commissioni camerali

martedì 02 Luglio 2019

Dal procuratore Patronaggio agli esperti, bocciatura senza appello della "creatura" di Salvini. E il M5s dopo aver sostenuto il capo della Lega Nord, chiede l'audizione della Sea Watch. Show di Di Battista

“Mentre si agitava il caso della Sea Watch 3, negli stessi giorni in silenzio oltre duecento migranti sono sbarcati con vari mezzi, salvataggi di Guardia di finanza e Guardia costiera o barchini”.

Anche Luigi Patronaggio, procuratore di Agrigento, parlando davanti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera, ha sottolineato il paradosso già evidenziato da molti giornali e naturalmente negato dal capo della Lega Nord e Ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Quest’ultimo ha raccolto, nelle audizioni di oggi, solenni bocciature sul cosiddetto Decreto sicurezza bis.

Per la cronaca, tra l’altro, va precisato che solo nel mese di giugno, secondo un calcolo del Sole 24 ore, circa settecento migranti sono giunti in Italia a bordo di barchini secondo il metodo definito degli “sbarchi fantasma”.

“Nessuna urgenza sul Decreto”

Sui requisiti di “straordinaria necessità e urgenza” del Decreto sicurezza bis, i dati di Agrigento indicano che “dagli 11.159 migranti sbarcati nel 2017 si è passati ai 1.084 del primo semestre di quest’anno. E quelli soccorsi dalle ong rappresentano una porzione insignificante”.

“Libia non è porto sicuro”

Il magistrato ha poi confermato che “la Libia non può essere considerata porto sicuro e dunque non si può respingere verso quel Paese”.

“Non provati accordi trafficanti-ong”

Patronaggio ha inoltre smontato un’altra teoria del governo pentaleghista, ossia quella dell’accordo tra trafficanti e ong.

“Non è stato finora provato – ha detto – il preventivo accordo tra trafficanti di esseri umani ed ong. Che non deve essere limitato a un semplice contatto, tipo una telefonata, ma deve esserci una comunicazione del tipo: ‘stiamo facendo partire migranti, avvicinatevi e prelevateli'”.

Secondo Patronaggio, il “pericolo maggiore” per la sicurezza dell’Italia non sono “i gommoni che arrivano dalla Libia” ma proprio “gli sbarchi fantasma”, vale a dire quelle imbarcazioni che riescono a raggiungere le coste italiane senza essere intercettate in mare.

“Sbarchi fantasma il pericolo maggiore”

Una pericolosità data “sia dalla composizione etnica” di chi segue questa strada per raggiungere l’Europa sia perché a bordo spesso chi sono “soggetti che hanno problemi giudiziari e che, astrattamente, potrebbero essere collegati” a gruppi terroristici o all’Isis.

“Chi va sui gommoni fantasma, che generalmente arrivano dalla Tunisia – dice ancora Patronaggio – è evidente che vuole sottrarsi ai controlli, anche perché va tenuto conto che tra la Sicilia e Tunisi c’è un traghetto due volte a settimana”.

“Contrastare trafficanti, non ong”

Patronaggio ha definito “condivisibile” l’obiettivo del Decreto di “contrastare più efficacemente i trafficanti di uomini con le intercettazioni preventive e il potenziamento delle operazioni sotto copertura”.

Ma ha spiegato che nel testo “ci sono criticità sull’illecito amministrativo introdotto dall’articolo 2: la norma pone problemi di raccordo con il diritto internazionale e con la normativa interna”.

“Non si può prescindere dai trattati internazionali”

Inoltre “se si fanno degli atti aventi forza di legge per contrastare soltanto una porzione del fenomeno dell’immigrazione clandestina e soprattutto con quella parte che si identifica con chi salva vite umane, ci sono profili di criticità con il diritto internazionale e diritto interno”.

“E’ evidente – ha aggiunto – che il legislatore può fare quello che crede ma ciò non può prescindere da trattati internazionali e da quanto stabilito dalla Costituzione ed è compito della magistratura fare il controllo di legittimità”.

Gli esperti di Diritto smontano il Decreto

Anche gli esperti di diritto convocati dalle Commissioni della Camera hanno affermato che il cosiddetto Decreto sicurezza bis non ha requisiti di necessità e urgenza, confligge con le norme internazionali e ha profili di incostituzionalità.

“Se le pesanti ipotesi sanzionatorie previste dal dl – ha detto Giuseppe Cataldi, docente di Diritto internazionale all’Orientale di Napoli – intendono scoraggiare l’ingresso in porto di una nave con a bordo persone in distress, ciò è in contrasto con le convenzioni internazionali che obbligano gli Stati a intervenire sempre. Cercare di rendere difficile la vita a chi ha l’obbligo di intervenire viola tutti i principi”.

Francesca De Vittorio, ricercatrice in diritto internazionale alla Cattolica di Milano, ha ravvisato la “carenza dei requisiti di necessità ed urgenza” e ha sottolineato come la norma “non possa giustificare il divieto di ingresso a navi che stiano operando soccorso in mare e stiano entrando nel territorio dello Stato al fine di completare l’obbligo di soccorso”.

E la Francia attacca Salvini

Insomma, così come affermato oggi dalla portavoce del governo francese, Sibeth Ndiyaye, l’Italia “non è un Paese indegno”, ma il comportamento sulla questione migranti del capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini “non è accettabile”.

Incrinature all’interno del M5s

E se finora il Movimento cinque stelle aveva appoggiato del tutto Salvini, dopo l’uscita di ieri del presidente della Camera Roberto Fico, tra le file grilline – tra espulsioni e malumori – si evidenzia una spaccatura interna.

Una parte del Movimento cinque stelle, infatti, suscitando le ire di Salvini, si è comportato in maniera difforme ai diktat dell’asse Conte-Di Maio, e ha deciso di invitare per domani per una audizione davanti alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, riunite per esaminare il cosiddetto Decreto sicurezza bis, nientemeno che i rappresentanti della ong tedesca Sea Watch.

L’arma leghista della censura

Come al solito l’arma scelta dalla Lega Nord è quella della censura:
“Chiediamo l’annullamento dell’audizione della Sea Watch, calendarizzata per domani in commissione Affari costituzionali e Giustizia” hanno detto.

“La richiesta – ha aggiunto la Lega in una lettera ai presidenti delle commissioni, entrambi grillini – è del tutto inopportuna, considerato il momento contingente che vede un’indagine penale in corso nei confronti del comandante della Sea Watch, attualmente agli arresti domiciliari per resistenza con violenza nei confronti di una nave da guerra italiana e resistenza a pubblico ufficiale”.

Lo show di Di Battista

E come al solito quando le cose all’interno del Movimento non sono chiare, arriva uno show di Alessandro Di Battista, funambolo del cerchiobottismo, che, per conquistare spazio mediatico, ne ha per tutti.

In realtà non si capisce bene cosa Dibba voglia dire, però le sue affermazioni rispondono alla regola della politica secondo la quale, se riesci a essere sufficientemente generico e al tempo stesso ad attaccare qualcuno, dei risultati li ottieni.

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