Denise Pipitone, indagini su Anna Corona, Frazzitta, "Anonimo si faccia vivo o nessun seguito" - QdS

Denise Pipitone, indagini su Anna Corona, Frazzitta, “Anonimo si faccia vivo o nessun seguito”

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Denise Pipitone, indagini su Anna Corona, Frazzitta, “Anonimo si faccia vivo o nessun seguito”

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domenica 23 Maggio 2021

Il legale di mamma Piera Maggio crede che si possa ancora arrivare alla verità, "andando a riguardare il fascicolo con un'ottica diversa". Sull'anonimo dice: "Si faccia sentire, verrà tutelato"

La scomparsa di Denise Pipitone, la bambina svanita nel nulla il 1° settembre del 2004 da Mazara del Vallo, è una delle vicende più misteriose e inquietanti della cronaca italiana. Per lunghi 17 anni un Paese intero ha cercato Denise insieme alla mamma Piera Maggio e al papà Pietro Pulizzi, sperando in un’improvvisa svolta dopo lunghe indagini che non hanno portato a nulla.

Oggi, a distanza di anni, un faro si è riacceso sulla sparizione della bambina, avvenuta una mattina qualunque di fine estate, con il via vai continuo di gente che affollava il tradizionale mercatino rionale. Con l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale della famiglia di Denise, ricostruiamo gli ultimi fatti, a cui si aggiunge, secondo quanto svelato dalla trasmissione “Quarto Grado” su Rete 4, la possibilità che la Procura di Marsala stia indagando su Anna Corona, ex moglie del papà biologico di Denise, e Giuseppe Della Chiave, nipote del testimone sordomuto Battista Della Chiave che disse agli inquirenti di aver visto la piccola in un capannone di Mazara in braccio al giovane parente. Anche in questo caso però, il legale è chiaro: “Mi dispiace che possano esserci simili violazioni del segreto istruttorio non solo per noi, ma anche per gli stessi indagati, sempre che sia vero. Sono sicuro che il procuratore Pantaleo sia estraneo a una simile violazione del segreto istruttorio”. 

Se da un canto Olesya Rostova, la ragazza scoperta da un programma russo, non era Denise, dall’altro quella segnalazione ha riaperto una vera e propria voragine sul caso della bambina scomparsa da Mazara. Come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere?

“Sì, abbiamo avuto una congiuntura positiva. C’è da considerare che oggi tutti i giovani 20enni sono sui social e tutti sono coetanei di Denise Pipitone. Sono cresciuti con questa storia, una scomparsa che li ha segnati come ha segnato tutta Italia, una scomparsa terribile fatta con una violenza e disumanità notevole. I 20enni di oggi sono molto solidali con la loro coetanea che manca e questo certamente ha aiutato a far rivivere la storia”. 

Una vicenda che da 17 anni a questa parte è connotata da ombre, da piste, intercettazioni ambientali, segnalazioni, strani personaggi che si sono inseriti nella storia ma che non hanno portato a nulla. Vi siete mai dati una spiegazione per tutto questo? Si poteva fare di più?

“In questa vicenda ci sono dal settembre del 2004, quindi dai primi giorni della scomparsa di Denise e la vivo sino ad oggi; posso dire che tante cose sono state fatte, molte potevano essere fatte meglio. Questa è una storia complicata, uno dei fascicoli giudiziari italiani più complessi, talmente vasto che dico sempre: abbiamo raggiunto il traguardo, lo abbiamo superato e non ce ne siamo accorti. Perché c’è talmente tanta roba dentro che oggi, se andiamo a riguardare tutto con un’ottica diversa, un’inquadratura diversa e con dei protagonisti diversi, forse si può arrivare ancora alla verità”.

E si ricomincia da capo, con le ulteriori indagini della Procura e un sopralluogo da parte della Scientifica e dei Vigili del fuoco che vi ha allarmato e di cui non siete stati avvisati. Non è emerso nulla ma questo ha riacceso le vostre speranze.

“Il fatto di non essere stati avvisati rientra in una questione tecnico-procedurale. Ci siamo lamentati del fatto che i giornalisti lo abbiano saputo prima e noi no e ciò ci ha dato fastidio. In realtà, nel caso di un accertamento tecnico irripetibile, bisogna essere avvisati, se invece si tratta di una semplice ispezione o perquisizione, la Procura non ha l’obbligo di avvisare le parti. Per cui presumo che, essendo stata la seconda delle ipotesi, è chiaro che non c’era quest’obbligo. Diverso discorso sono le fughe di notizie che vengono fuori sempre e che trovano spesso impreparate le persone offese. Parlo in quest’ultimo caso di Piera Maggio ma anche di Rossella Accardo, in quanto seguo il caso della scomparsa del figlio e del marito, ovvero Stefano e Antonio Maiorana; la Accardo più volte è stata avvisata di risultati o atti di indagini dalla stampa, cogliendola d’improvviso. Sono le modalità che addolorano spesso le famiglie”. 

Nuove segnalazioni in Calabria, la pista della donna rom avvistata a Milano da una guardia giurata dopo la scomparsa di Denise e oggi una lettera anonima contenente nuove rivelazioni. In quale direzione state procedendo?

“In questo momento stiamo attendendo che il soggetto che ha inviato la lettera anonima si faccia sentire, altrimenti non vale niente. L’anonimo dovrebbe fare un ulteriore passo perché verrebbe tutelato, questa volta verrebbe tutelato dall’Italia intera. Non c’è timore attuale che un testimone possa rischiare la sua vita, perché c’è l’attenzione di un’intera nazione; credo non sia mai capitato in nessun altro caso giudiziario un affetto così forte e intenso come in questo caso verso Denise. Per cui questo affetto potrebbe essere altresì di tutela per il testimone anonimo; ma se non si farà sentire tutto ciò non potrà avere un seguito“. 

Durante la scorsa puntata di “Chi l’ha visto?”, l’ex procuratore capo di Marsala Alberto Di Pisa, intervistato, ha fatto delle esternazioni, sia sul coinvolgimento di Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, nella scomparsa, sia su un presunto accordo economico, poi smentito, tra lei e la trasmissione condotta da Federica Sciarelli.

“Mi sembrano esternazioni inopportune quelle di Di Pisa in questo momento. Con ‘Chi l’ha visto?’ ho collaborato molti anni e ancora adesso collaboriamo a titolo gratuito. Io con la Rai sono stato pagato per il mio lavoro quando sono stato consulente del programma ‘Mi manda Rai 3’ e de ‘La Storia siamo noi’; invece non ho mai ricevuto retribuzioni da ‘Chi l’ha visto?’. Con la redazione ho collaborato volontariamente, fornendo pareri su molti casi giudiziari e su come dover procedere nel caso di sottrazioni di minori. Peraltro ho un bellissimo rapporto con la giornalista Sciarelli e con tutta la redazione, ma non abbiamo mai collaborato per Denise Pipitone, io sono legale di Piera Maggio e ho degli obblighi legati al mio specifico mandato”. 

Quali sono i sentimenti oggi di Piera Maggio, questa mamma coraggio che non si è mai arresa, assieme al papà di Denise, Piero Pulizzi? 

“Siamo una roccia, un gruppo solido intorno a Piera, cerchiamo di sostenerla. Ma è lei la roccia principale a cui tutti alla fine facciamo riferimento. Siamo un bel gruppo di lavoro nel mio studio; chi c’è adesso e chi è passato ha avuto sempre grande affetto per Piera e non è difficile, in quanto Piera è una persona di grande spessore, intelligenza, con una grande etica, che ha sempre saputo reagire a questa vicenda violenta con grande compostezza”.

Claudia Marchetti

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