Disavanzo in trent’anni, no dal Mef inguaia Regione - QdS

Disavanzo in trent’anni, no dal Mef inguaia Regione

Raffaella Pessina

Disavanzo in trent’anni, no dal Mef inguaia Regione

giovedì 18 Aprile 2019

PALERMO – Il ministero dell’Economia e delle Finanze non ha accolto la proposta di spalmare su trent’anni il disavanzo della Sicilia, ed ora il Governo regionale rischia di dovere recuperare nei prossimi quattro bilanci d’esercizio il disavanzo, ereditato dal passato, con tagli pari a circa 100 milioni di euro all’anno.

Intervenendo all’Ars, l’assessore all’Economia Gaetano Armao, martedì scorso, aveva spiegato che il Mef, facendo leva su una recente sentenza della Corte costituzionale, non intende concedere alla Regione la possibilità di spalmare il disavanzo in trent’anni, ma di farlo nell’arco dell’attuale legislatura. Ma il Governo Musumeci non si arrende. “Martedì faremo un ulteriore tentativo a Roma, non possono restare su queste posizioni – ha commentato il presidente della Regione – Se non in trent’anni almeno ci consentano di spalmare il disavanzo in dieci anni”.
In particolare, la Regione aveva chiesto al Mef di dilazionare in trent’anni anche i 560 milioni restanti di un disavanzo di 2,4 miliardi. “Non abbiamo dove prenderli – ha aggiunto Musumeci – Sono al di là dei margini che abbiamo nel nostro bilancio. A Roma non chiediamo l’elemosina ma solo di essere messi nelle stesse condizioni delle altre regioni. Penso ad esempio al prelievo forzoso sulle ex Province”.
Musumeci non vede con favore la proposta del governo romano per le ex Province, in condizioni finanziarie disastrate.
“Il Mef – aveva detto Armao in Aula – ha proposto al governo Musumeci, in sede di negoziato, di attingere 100 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) riservato gli investimenti, con l’impegno di rimpinguarlo”.
“Pur apprezzando lo sforzo del governo statale – ha proseguito Armao – l’ipotesi di proposta, che ancora non conosciamo nel dettaglio, appare allo stato insoddisfacente, anche sotto il profilo quantitativo, poiché non riconosce il bisogno dei siciliani di investimenti aggiuntivi e di eguaglianza con i concittadini italiani”.

E Musumeci incalza: “O Roma si convince o si determina la chiusura delle Province”. “Martedì prossimo– ha proseguito Musumeci – faremo un ulteriore tentativo a Roma per convincerli di non restare fermi nella posizione che hanno assunto sulla nostra richiesta per la gestione del disavanzo: se non ci consentono di spalmarlo in 30 anni almeno ci autorizzi a farlo in 10 anni”. “Martedì abbiamo avuto un’ampia solidarietà da parte dell’Assemblea – ha aggiunto Musumeci – A Roma non chiediamo l’elemosina, ma di essere messi nelle condizioni delle altre Regioni”.

Intanto si procede con la presentazione delle liste per le elezioni europee: adesso è stata ufficializzata anche la lista di Forza Italia. Sarà formata da Silvio Berlusconi (capolista), Gabriella Giammanco, Salvatore Cicu, Gabriella Greco, Giuseppe Milazzo, Giorgia Iacolino, Saverio Romano e Dafne Musolino. Una lista che non è piaciuta alla parte catanese del partito perché non è stato inserito il nome di Giovanni La Via, con le critiche del sindaco di Catania Salvo Pogliese, del quale non si escluderebbe addirittura un addio al partito di Berlusconi per migrare verso altri lidi.
Presentata anche la lista del Movimento Cinquestelle: è stata depositata in corte d’appello a Palermo la lista per la circoscrizione Sicilia-Sardegna, a guidarla sarà Alessandra Todde.
Seguono Ignazio Corrao; Dino Giarrusso; Flavia Di Pietro; Matilde Montaudo; Antonella Corrado; Donato Forcillo; Antonio Brunetto.

Raffaella Pessina

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