Il Governo spegne le luci e la musica delle sale da ballo. Troppi i rischi connessi alla diffusione del Coronavirus. Troppo difficile seguire le misure di sicurezza all’interno di una discoteca – mascherina e distanziamento interpersonale – quando i clienti sono (in molti casi) giovanissimi e con qualche bicchiere di troppo sullo stomaco.
La prova di quanto detto è avvenuta proprio domenica, quando i militari della Stazione carabinieri di Vulcano, alle Isole Eolie, hanno controllato un locale dove era in corso una serata danzante, per verificare l’osservanza delle normative in materia di Covid-19, sensibilizzando gli avventori sul rispetto delle distanze interpersonali. Durante il controllo, i carabinieri hanno accertato la presenza con assembramento di oltre cento persone, in violazione delle regole sul distanziamento sociale e senza indossare le previste mascherine e pertanto hanno elevato sanzioni amministrative nei confronti del titolare del locale, con l’immediata chiusura dell’attività.
Ma non finisce qui. Lo stesso giorno i Carabinieri del Posto fisso stagionale di Panarea, sempre alle Isole Eolie, hanno denunciato alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto otto giovani, di età compresa tra i 20 e i 22 anni, per disturbo del riposo o delle occupazioni delle persone. I militari dell’Arma, intervenuti su richiesta di numerosi cittadini che avevano segnalato lo svolgimento, in piena notte, di una festa danzante, all’esito delle verifiche hanno deferito in stato di libertà i giovani per aver organizzato una festa in una villa sull’Isola, alla presenza di oltre cento persone, con diffusione di musica ad alto volume mediante un potente impianto acustico, sottoposto a sequestro.
E così è stato inevitabile lo stop alle “attività del ballo, all’aperto e al chiuso, che abbiano luogo in discoteche e in ogni altro spazio aperto al pubblico” e l’“obbligo di mascherina anche all’aperto dalle 18 alle 6 nei luoghi dove c’è rischio di assembramento”. È questo quanto deciso dal governo con l’ordinanza firmata domenica dal ministro Roberto Speranza per arginare i contagi da coronavirus.
“I numeri del contagio in Italia, anche se tra i più bassi in Europa, sono in crescita. Non possiamo vanificare i sacrifici fatti nei mesi passati. La nostra priorità deve essere riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza”, ha sottolineato il ministro.
“Ora è il momento di andare avanti – ha detto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia nel corso della riunione che ha portato alla decisione – ma limitando al massimo le attività che presuppongono contatti fisici e assembramenti incontrollabili. Utilizziamo il passaggio parlamentare del Dl agosto per ristorare le attività che subiranno perdite”.
COSA IMPONE L’ORDINANZA
“Ferme restando le disposizioni di cui all’articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 7 agosto 2020”, si legge nell’ordinanza, “ai fini del contenimento della diffusione del virus Covid-19 sono adottate le seguenti ulteriori prescrizioni:
a) è fatto obbligo dalle ore 18.00 alle ore 06.00 sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie, lungomari) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale;
b) sono sospese, all’aperto o al chiuso, le attività del ballo che abbiano luogo in discoteche, sale da ballo e locali assimilati destinati all’intrattenimento o che si svolgono in lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, spiagge libere, spazi comuni delle strutture ricettive o in altri luoghi aperti al pubblico.
“Le Regioni – è scritto nell’ordinanza – possono introdurre ulteriori misure solo in termini più restrittivi rispetto a quelle di cui ai punti a) e b)”.
L’ordinanza produce effetti “sino all’adozione di un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi dell’articolo 2, comma 1, del decreto legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito con modificazioni dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, e comunque non oltre il 7 settembre 2020”.
Ancora prima della decisione ufficializzata dal governo, Gianni Indino, presidente del Silb Emilia-Romagna, aveva stimato che con lo stop per le discoteche “Sono a rischio 4 miliardi di euro”. A tanto ammonta il fatturato annuale di questi esercizi in Italia secondo le stime del Silb (il Sindacato italiano locali da ballo).
Discoteche e locali da ballo classici mantengono anche un importante ruolo di richiamo dei flussi turistici, soprattutto dall’estero. Nell’82,4% dei casi, ha calcolato un’indagine della Fipe (la Federazione dei pubblici esercizi) il ruolo e la presenza di discoteche e locali notturni è centrale nella scelta dei turisti, tanto che circa il 60% del fatturato di questi locali deriva da clienti non residenti sul territorio. Un indotto che, per le sole località di vacanza, vale quasi 5,5 miliardi di euro.
Il 2020 finora è stato un anno da dimenticare per i gestori dei locali da ballo in Italia, dalle discoteche alle balere. Con lo stop definitivo – fino a data da destinarsi – per i rischi connessi alla pandemia da Sars-Cov2, i gestori promettono battaglia, puntano a chiedere compensazioni come il taglio dell’Iva al 4% e la possibilità di chiedere la Cig per i lavoratori.
Prossimo passo è la riunione del direttivo nazionale del Silb, il Sindacato italiano dei locali da ballo. In programma la discussione dell’ipotesi di un ricorso di urgenza al Tar per il ripristino delle modalità di apertura dei locali.
Molte imprese a rischio sopravvivenza. Un danno enorme per l’intera Isola
“La situazione che si prospetta è assai drammatica, la nostra categoria non può che ricevere questa ordinanza in maniera negativa. Tra l’altro, poco prima di ferragosto ci è stato chiesto dal governo regionale di ridurre la capienza delle discoteche al 40% , noi ci siamo adeguati nonostante non ci sia stato alcun confronto diretto con il sindacato (misura che ha procurato una grossa perdita di fatturato)”.
“I danni sono incalcolabili – sottolinea Grasso -. Avevamo riaperto le nostre attività adeguandole a condizioni assai restrittive con capienze ridotte, investimenti ingenti e spese maggiorate per l’aumento del personale di sicurezza e la predisposizione di tutte le misure necessarie a garantire la sicurezza dei nostri clienti. Ora, però, con la nuova serrata molte imprese del settore sono a rischio sopravvivenza. Senza forme di ristoro importanti all’orizzonte si rischia non solo il crollo totale del nostro settore ma dell’intero indotto che comprende operatori della sicurezza, camerieri, barman, fattorini, tecnici, operai, artisti. Bisogna avere delle risposte concrete anche per loro. Il danno è enorme per la nostra Isola, perché la musica è anche arte, cultura, turismo”.
Avrebbero potuto far di più i gestori delle discoteche per vigilare sul rispetto delle regole e farle applicare?
“La responsabilità sull’utilizzo dei dispositivi di sicurezza è individuale non può essere addossata a un gestore, non si può controllare che 500 o 1000 persone indossino la mascherina. Nei nostri locali si verifica che chi entra la indossi, se poi la gente non rispetta queste misure una volta entrati non può essere responsabilità del gestore”.
Francesco D’Angelo, proprietario del Qubbar e del MA di Catania, nonché organizzatore di eventi al lido Agua Beach di Siracusa, ha detto la sua sull’argomento.
“A essere penalizzato è il settore attualmente più debole e più facile da colpire: prima ci autorizzano a fare dei lavori per l’adeguamento alle nuove normative e poi a riaprire; successivamente ci viene ridotta la capienza del 20% e dopo ancora del 60%. Alla fine, fino al 7 settembre la licenza ci viene addirittura sottratta. Auspichiamo ora degli aiuti da parte del Governo per continuare a sopravvivere, perché continuando così il nostro settore rischia seriamente di sparire”.
“Per le prossime settimane riproporremo la formula iniziale della pizza e del drink consumati al tavolo con della musica – anche live – in sottofondo. Sarà vietato ballare e alzarsi dal tavolo senza aver prima indossato la mascherina, nel rispetto delle linee guida previste per la ristorazione”.
di Dario Raffaele e Ivana Zimbone
Discoteche “demonizzate”, lo Stato soccorra il settore
“Ancora una volta le discoteche vengono indicate come fonte del male del periodo. E’ sotto gli occhi di tutti che incidenti, sballo e alcolici, nonostante i divieti alle discoteche imposti dalle autorità non sono stati vinti e questo perché le discoteche non sono certamente responsabili di comportamenti sociali ma sono, e rimangono, dei centri d’aggregazione, dei locali in cui avvengono assembramenti controllati di persone che hanno come obiettivo il divertimento.
Siamo alle prese in questo conclamato e difficile periodo, ancora una volta, con la demonizzazione delle discoteche quali fonte di possibile contagio a causa di comportamenti irresponsabili che, in alcuni locali, sono stati messi in atto da nostri clienti: si badi bene che le discoteche, diversamente da quanto percepito, mettono in atto tutte quelle procedure statuite dai protocolli della Conferenza delle Regioni ma, purtroppo, in molti casi non è possibile imporre soluzioni comportamentali a persone che non le vogliono adottare”. Così Luciano Zanchi, presidente di Assointrattenimento Federturismo – Confindustria.
“Se le discoteche, ancora una volta e con grande senso di responsabilità, chiuderanno i battenti lo Stato deve soccorrere il settore con finanziamenti a fondo perduto che consentano alle imprese di rimanere vive. Nei fatti l’azione dei governi a partire dal 2000 a oggi, a colpi di norme amministrative, vessazioni fiscali e continui inasprimenti delle regole ha distrutto la capacità del settore di essere profittevole e quindi creativo, innovativo e ne ha di fatto significato l’inizio della fine in favore di attività abusive. Speriamo – conclude Zanchi – che questo governo ponga fine al massacro del nostro settore e comprenda invece l’utilità sociale di tenere vivi gli imprenditori e i locali del divertimento”.