Dissesto: il sindaco di Catania a Conte, "Città sul baratro" - QdS

Dissesto: il sindaco di Catania a Conte, “Città sul baratro”

redazione

Dissesto: il sindaco di Catania a Conte, “Città sul baratro”

martedì 21 Maggio 2019

Pogliese chiede un intervento "urgentissimo" perché il disagio non "si trasformi in una drammatica questione di sicurezza sociale". I sindacati, "Niente elemosine". E lanciano un sit in per giovedì

Occorrono “indefettibili interventi di sostegno alla settima città capoluogo di area metropolitana d’Italia che sta pagando un pesantissimo tributo al passato” anche per “evitare il concreto rischio, purtroppo ormai vicino, che questo disagio si trasformi in una drammatica questione di sicurezza sociale”.

Lo scrive il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, in una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte in cui ribadisce “la richiesta di immediati interventi di sostegno per il Comune in condizione di dissesto finanziario”.

“Ogni giorno – afferma Pogliese – riscontriamo l’impossibilità di dare risposte concrete alle legittime richieste delle fasce più deboli della popolazione, a cui si stanno progressivamente eliminando indispensabili garanzie e protezioni, oltre al blocco totale di servizi e stipendi, che nei prossimi giorni investirà diverse migliaia di famiglie”.

“Purtroppo – sottolinea il sindaco di Catania -nonostante le decine di incontri con ministri, viceministri, sottosegretari e parlamentari e le sincere manifestazioni di disponibilità e attenzione, nessuna concreta misura è stata ancora adottata, aggravando una situazione divenuta ormai insostenibile, che solo grazie all’encomiabile senso di responsabilità delle parti sociali e istituzionali non è sfociata in questione di ordine pubblico”.

“Ci rivolgiamo a lei – conclude Pogliese – , all’equilibrio istituzionale di direzione politica del Governo che le viene riconosciuto per sollecitarla vibratamente a provvedere, con atti urgentissimi, che diano la possibilità, al Comune e alla Città, di potersi affrancare da questa condizione di drammatica difficoltà che ha portato al collasso una grande comunità, ormai prossima al baratro”.

La reazione dei Sindacati

“Al Comune di Catania, per ammissione dello stesso sindaco, dai primi giorni del prossimo mese di giugno saranno bloccati i pagamenti. Per tutti. Ringraziamo il prefetto Claudio Sammartino perché convocando oggi una riunione del tavolo sul dissesto ha consentito che questa amara verità emergesse in tutta la sua drammaticità”.

Lo affermano i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Giacomo Rota, Maurizio Attanasio, Enza Meli e Giovanni Musumeci.

“Non siamo disposti – aggiungono i sindacalisti – ad accettare ancora promesse fatue, senza date né certezze, dal governo nazionale e da quello regionale. E nessuno ci chieda con arroganza di aspettare in silenzio l’appuntamento elettorale di domenica per il nuovo EuroParlamento di Bruxelles perché, intanto, i catanesi soffrono qui e adesso. Innanzitutto, i cittadini più deboli come i disabili gravi che rischiano di vedersi negato il diritto all’assistenza”.

Per questo Rota, Attanasio, Meli e Musumeci invitano “lavoratori, pensionati, disoccupati e studenti a partecipare massicciamente giovedì a partire dalle 10 in piazza Università al sit-in di protesta organizzato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl contro i colpevoli ritardi e la sconcertante inerzia delle istituzioni politiche di fronte al disastro sociale di Catania” e “alzare ulteriormente la voce perché qualcuno vuole spegnere la luce di questo territorio”.

I segretari dei quattro sindacati sottolineano che “i catanesi che non chiedono elemosine, ma pari opportunità” e rivendicano “un contributo straordinario che aiuti Catania, com’è avvenuto per altre grandi aree metropolitane, nello sforzo doveroso di risanamento e rilancio” e pretendono che “vengano cambiate regole-capestro a causa delle quali una città è stata condannata alla morte per soffocamento”.

“Il nostro sit-in non è contro l’amministrazione comunale – spiegano i sindacalisti – ma l’amministrazione comunale, che oggi finalmente chiama alle proprie responsabilità il governo nazionale con la lettera del sindaco al presidente del Consiglio, faccia ascoltare con coraggio e durezza la voce dei catanesi nei Palazzi della politica. A Roma come a Palermo”.

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