LEI, la donna, è piena di umanità. Così cantava Umberto Tozzi nella canzone donne al potere. E così dice pure Totò Cuffaro, tornato sulla scena alla vigilia del generale agosto che tutto ferma tranne la politica. E torna con una grossa provocazione per la maschilista politica siciliana.
“La politica in questi anni ha perso gran parte dei suoi valori fondanti. Per questo dobbiamo promuovere in questo campo donne che possano trasmettere nuovamente emozioni, oltre che professionalità e competenza”. Al comando della Regione ci vorrebbe una donna, afferma Cuffaro nella qualità di segretario siciliano di una novella DC. E così, furbamente, si prende la scena con un argomento di indubbio valore strategico, nel tempo della Next Generation, e butta giù dal piedistallo i fuori genere maschi, a cominciare da Musumeci.
Ovviamente il nome lo tiene nascosto, per non bruciarlo, o per usarlo come deterrente in una trattativa di coalizione. Sul nostro giornale questa questione è più che dibattuta. Abbiamo riempito pagine e proposte su questo tema. La questione posta da Cuffaro è come una palla bianca che sboccia il triangolo di palle colorate poste sul biliardo della politica.
Io, ma non solo io, sostengo da tempo che solo un rovesciamento del tavolo e degli archetipi stanchi a cui ricorre l’isola può cambiare il suo paradigma. Ci vuole uno sguardo nuovo, un modo diverso e concreto di affrontare i problemi, un atteggiamento differente nella mediazione e nella negoziazione con la società siciliana. D’altra parte gli uomini hanno avuto il loro tempo per affrontare le questioni prioritarie, ma esse giacciono immutate ed immutabili sul tappeto.
Una donna, non incline ai compromessi al ribasso, con la sua naturale capacità di problem solver, potrebbe farci cambiare strada. Cuffaro ha ragione su un punto. La politica siciliana sostanzialmente, se non esclusivamente, maschile è diventata asfittica e non genera emozioni. Anzi sta registrando un crescente tasso di impotenza. I problemi da normali diventano atavici, e la gestione politica assomiglia sempre di più ad un “annacamento” degli stessi.
La mossa di Cuffaro rimarrà una provocazione estiva o sarà la mossa del cavallo ed altri seguiranno la sua linea? Vorremmo augurarci, e speriamo in questa veridicità, che sia una cosa seria e non la consueta furbizia girgentina. Una donna che non emuli gli uomini è la giusta svolta per una terra impantanata in carriere di sopravvivenza di genere maschile.
Una donna vera, autentica, non si spaventerà di ciò che dovrà gestire. Di guai ne ha sempre affrontati ed in questo caso non li dovrà cercare. Glieli lasceranno gli uomini.
Giovanni Pizzo