Droga, decine di arresti a Palermo, famiglie e baby pusher - QdS

Droga, decine di arresti a Palermo, famiglie e baby pusher

redazione web

Droga, decine di arresti a Palermo, famiglie e baby pusher

martedì 02 Novembre 2021

Dal Gip 58 provvedimenti cautelari. A madri, mogli e conviventi dei capi, riconosciuto un ruolo fondamentale nella direzione delle attività criminali che fruttavano un milione e mezzo di euro all'anno

A gestire le piazze di spaccio nel quartiere palermitano dello Sperone, smantellate da un’operazione dei Carabinieri, erano interi nuclei familiari, che utilizzavano anche minorenni per vendere ogni tipo di droga: dalla cocaina al crack, dall’hashish alla marijuana.

Emerge dalle indagini dei Carabinieri che hanno portato all’emissione di 58 provvedimenti cautelari (37 in carcere, 20 domiciliari e un obbligo di presentazione alla pg) da parte del Gip del Tribunale di Palermo con l’accusa di associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le piazze di spaccio garantivano ai tre clan profitti, stimati nell’ordine un milione e mezzo di euro l’anno.

Le indagini dei Carabinieri sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda Salvatore De Luca.

Secondo l’ordinanza cautelare, sussistono gravi indizi per affermare che l’attività di spaccio nella periferia orientale della città avveniva nei pressi della scuola del quartiere, dove si davano appuntamento tanti acquirenti provenienti anche da altre province siciliane.

Due i canali di approvvigionamento degli stupefacenti, gestiti da tre degli indagati, con precedenti penali e ritenuti vicini a Cosa nostra.

Nel corso delle indagini è stato ricostruito l’organigramma dell’associazione, con un vertice che gestiva il rifornimento, le strategie di spaccio e raccoglieva i proventi dell’attività, da cui dipendevano tre distinte compagini criminali, ognuna con a capo una famiglia che organizzava autonomamente la propria “piazza di spaccio” e impartiva precise direttive ai propri pusher.

Il ruolo delle madri

Un ruolo fondamentale è stato riconosciuto alle madri, alle mogli e alle conviventi dei capi, le quali collaboravano nella direzione delle attività criminali, nei contatti con i fornitori e nel tenere la contabilità dello spaccio, pronte anche a subentrare, all’occorrenza, per garantire continuità all’attività illecita in caso di arresto di uno dei promotori.

L’organizzazione aveva a disposizione magazzini e appartamenti, in cui i sodali si riunivano per decidere le strategie, spartirsi i proventi o rifornire i pusher.

Queste basi venivano utilizzate per lo stoccaggio di marijuana e hashish o come laboratori per “cucinare” la cocaina per la produzione di crack.

I profitti venivano redistribuiti per il sostentamento delle famiglie dei detenuti e il pagamento delle spese legali; i pusher erano organizzati su turni che coprivano la piena attività anche durante le ore notturne, con direttive precise sui punti dei cortili condominiali dove nascondere la droga e sulle modalità di consegna agli acquirenti.

Nel corso dell’attività sono già state arrestate in flagranza di reato 37 persone, segnalate alla prefettura 56 tossicodipendenti e sequestrati circa 3 kg di stupefacente e oltre 6.000 euro in contanti.

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