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Droga: operazione a Palermo contro gruppo di trafficanti

redazione

Droga: operazione a Palermo contro gruppo di trafficanti

martedì 21 Maggio 2019

Sono diciannove le misure cautelari emesse dal Gip di Palermo su richiesta della dda. Le indagini nate da un'inchiesta del 2016, su un traffico di cocaina dal Sud America

Una organizzazione criminale che riforniva tutta la Sicilia con ingenti quantità di droga proveniente dalla Calabria e dalla Campania è stata smantellata grazie a un’operazione condotta dalla Polizia di Stato.

Diciannove sono state le misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

I provvedimenti sono stati eseguiti dagli agenti della Squadra Mobile di Palermo.

Le indagini hanno consentito di ricostruire i ruoli dei componenti dell’organizzazione che gestiva le spedizioni, lo stoccaggio ed il pagamento della droga.

L’operazione, denominata in codice “Blacksmith”, è nata da una precedente indagine della squadra mobile che nel 2016 aveva scoperto un traffico di cocaina dal Sud America e dalla Calabria, che riforniva le piazze di spaccio palermitane.

Con lo stesso provvedimento eseguito oggi la magistratura ha disposto anche il sequestro di alcune attività commerciali riconducibili ad alcuni componenti dell’organizzazione.

La droga, è stato scoperto nell’operazione, denominata in codice “Blacksmith”, che ha portato a 19 arresti, proveniva dalla Campania e dalla Calabria su grossi camion e veniva scaricata a Carini (Pa) in un capannone dei fratelli Anthonj e Salvatore Basile, nella zona di Villagrazia di Carini in via Dominici nella zona industriale.

Da qui partiva per le varie destinazioni: da Siracusa a Trapani.

A Palermo arrivava nascosta tra la frutta dei Piaggio Porter effettuando diversi viaggi per evitare di dare troppo nell’occhio.
Gli agenti della squadra mobile hanno smantellato un’organizzazione che riforniva diverse basi di spaccio.
L’attività di indagine, era nata nel 2016 che aveva portato all’operazione Cinisaro con l’arresto di Alessandro Bono che si occupa dell’importazione di cocaina dal Sud America e di Francesco Tarantino che portava a Palermo la cocaina dalla Calabria.
Seguendo le attività di Tarantino gli agenti dell’antidroga sono arrivati a Paolo Dragotto e Paolo Di Maggio, arrestati oggi e considerati i capi dell’organizzazione.

La droga era fornita da Giovanni Visiello e Savino Intagliatore entrambi di Torre Annunziata (Na). Il corriere dell’organizzazione era, secondo l’accusa, Pietro Morvillo, mentre Tommaso Marchese era il cassiere che utilizzava l’impianto di carburante in viale Michelangelo a Palermo e la casa dei suoceri Vito Lo Grasso e Angela Caruso come base logistica.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 4 chili di cocaina l’11 novembre del 2016 arrivata dalla Calabria. Il 21 marzo a Trapani è stato arrestato un corriere a cui sono stati sequestrati 50 chili di hashish e 2 chili di cocaina.

Lo stupefacente era stato trasportato in un camper da Morvillo con l’aiuto del partinicese Bongiorno.

Il 23 maggio del 2017 sono stati arrestati Giuseppe Flandina e il figlio Vincenzo Paolo a cui sono stati sequestrati 300 chili di hashish nascosti nell’autorimessa alla Zisa. La droga era stata trasportata tra la frutta su due piaggio Porter.

Il 18 gennaio dello scorso anno sono stati sequestrati i 10 chili di cocaina nello stabilimento di Carini. In casa di Basile erano stati trovati 1470 chili di hashish. Altri mille chili di hashish sono stati consegnati il 6 giugno del 2018 e altri 300 chili sempre a Carini il 13 novembre.

“Dalle intercettazioni è emerso – dice il capo della squadra mobile Rodolfo Ruperti – che Di Maggio e Dragotto i capi dell’organizzazione disponevano di una grossa disponibilità economica che gli consentiva di acquistare ingenti quantitativi di hashish. Con questa operazione è stato dato un colpo a diverse basi di spaccio in Sicilia che venivano rifornite dall’organizzazione che poteva contare su solidi contatti con Cosa Nostra. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati diversi esercizi commerciali e abitazioni utilizzati dalla banda come basi dell’attività di smistamento degli stupefacenti”.

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