Scontro Conte-Salvini sul Decreto sicurezza, salta il Cdm - QdS

Scontro Conte-Salvini sul Decreto sicurezza, salta il Cdm

redazione

Scontro Conte-Salvini sul Decreto sicurezza, salta il Cdm

martedì 21 Maggio 2019

Dubbi non solo nel Premier ma anche nel presidente Mattarella, al quale sono state inviate le carte. L'ipotesi che il decreto messo all'indice dalle Nazioni Unite venga fortemente depotenziato salvaguardando così i diritti umani

Un’altra pessima giornata, quella di ieri, per il ministro dell’Interno e capo della Lega Nord Matteo Salvini: dopo lo smacco dello sbarco in diretta tv della Sea Watch, ha dovuto digerire il Consiglio dei ministri saltato ieri a tarda serta sul Decreto Sicurezza Bis.

Dopo la sonora sconfitta della Sea Watch, con la beffa delle ironiche dichiarazioni dell’altro vicepremier Luigi Di Maio (“Salvini studi le leggi del suo Paese”), fonti del Viminale avevano “confermato l’urgenza di approvare il decreto sicurezza bis per rafforzare gli strumenti del governo per combattere i trafficanti di uomini e chi fa affari con loro”.

Il decreto bocciato dall’Onu

Va ricordato che il Decreto di sicurezza bis è stato sonoramente bocciato dall’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu che in una lettera al ministro degli Esteri ha aspramente criticato le nuove direttive anti-migranti e chiesto di non approvarlo.

L’Onu ha chiesto inoltre di ritirare anche le vecchie direttive sui migranti emesse dal Viminale a partire da marzo scorso, che vanno ad incidere “seriamente” – scrive l’Onu – sui diritti umani e rappresentano un “altro tentativo politico di criminalizzare le operazioni di ricerca e salvataggio” delle Ong, “intensificano ulteriormente il clima di ostilità e xenofobia” nei confronti dei migranti.

L’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni unite ha scritto inoltre: “Siamo profondamente preoccupati per l’approccio adottato dal ministro dell’interno attraverso queste direttive” sottolineando che i provvedimenti “non si basano e non sono stati confermati da alcuna decisione dell’autorità giudiziaria competente”.

In particolare sono le ultime due direttive ad essere richiamate nella lettera: quella del 15 aprile con al centro la Mare Jonio, la nave di Mediterranea Saving Human, e quella del 15 maggio emanata subito dopo il salvataggio effettuato da Sea Watch 3 al largo della Libia di 65 migranti. In quella emessa 4 giorni fa il Viminale ribadiva che “un’eventuale transito della nave Sea Watch 3 nell’aerea marittima di competenza italiana, in violazione delle disposizioni in materia di immigrazione, si configurerebbe necessariamente quale passaggio ‘non inoffensivo’” con conseguente “pregiudizio al buon ordine e alla sicurezza dello Stato”.

Lo scontro Conte-Salvini

Giuseppe Conte e Matteo Salvini dunque sono andati ieri a tarda sera allo scontro e, dopo un Cdm di circa tre ore, alla fine sia l’esame del decreto sicurezza sia quello del decreto famiglia sono stati rinviati, in un clima di crescente tensione.

Sull’aspra discussione hanno certamente pesato le critiche di Giancarlo Giorgetti – l’eminenza grigia di Salvini, assente al Consiglio dei Ministri perché impegnato in una cena a Milano con l’ambasciatore americano – che aveva definito non imparziale il presidente del Consiglio.

Lega adesso pronta alle modifiche

A pochi giorni dalle elezioni europee sulle quali ha speso tempo e risorse, il leader della Lega e ministro dell’Interno ha dovuto dunque digerire una bocciatura così plateale del suo decreto.

E, così come fatto spesso in questo periodo, ha cercato di salvare la faccia accettando compromessi, dicendosi pronto a cambiare il testo del secondo Decreto sicurezza.

Pur non avendo digerito la fumata nera, la Lega, per evitare ulteriori brutte figure si è detta persino disposta a modificare il prima immodificabile testo proposto dal Viminale su migranti e sicurezza urbana in un nuovo Cdm da tenere già in settimana.

Conte e la “carta” Mattarella

Ieri Giuseppe Conte, nel corso della riunione, aveva messo sul tavolo la “carta” più autorevole per sottolineare le criticità del decreto: ci sono dubbi non solo di Palazzo Chigi ma anche dello stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale le carte erano state inviate nel pomeriggio per conoscenza.

Il capo della Lega Nord e ministro dell’Interno non intendeva però tornare a casa con un nulla di fatto: “Fammi capire quali sono queste criticità”, aveva detto a muso duro Salvini a Conte.

Il clima si era acceso e la riunione era stata sospesa.

Un’altra sconfitta per Salvini che puntava a un Consiglio dei ministri a oltranza: “Resto qui tutta la notte se serve”, aveva detto.

Attesi chiarimenti dal Quirinale

Salvini, Di Maio e Conte si erano riuniti quindi nella stanza del presidente del Consiglio per verificare le criticità del decreto rilevate dal premier.

Poi, dopo circa mezz’ora, Palazzo Chigi aveva annunciato che il Consiglio si era concluso e il varo del decreto sicurezza era rinviato in attesa di chiarimenti dal Quirinale.

L’ipotesi è che il decreto messo all’indice dalle Nazioni Unite venga fortemente depotenziato salvando così i diritti umani, in special modo riguardo le politiche migratorie.

Si va verso un depotenziamento?

“Sono stati accolti i suggerimenti e fatti i miglioramenti, siamo certi che ci sarà l’approvazione del decreto in nuovo Cdm in settimana”, hanno cercato infatti di rassicurare fonti della Lega, ma lo strappo c’è stato e si vede.

Resta da vedere quando potrebbe svolgersi la nuova riunione del Consiglio dei ministri vista l’agenda fittissima dei due vicepremier in campagna per le Europee e il clima di costante tensione che si respira ormai da giorni: l’ipotesi è rivedersi tra mercoledì e giovedì.

Una nota a margine: l’unico provvedimento ad essere passato nel Cdm di ieri, sia pure salvo intese, oltre alle nomine, è quello sui magistrati onorari.

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