Editoriale Grimaldi

E la Cina batte banco

Ha atteso un anno, due mesi ed un giorno prima di aprir bocca e far sapere urbi et orbi che il suo Paese non può trascurare quella che a detta di molti – dal Papa a scendere – rischia di tramutarsi da una situazione di piccole guerre mondiali sparse in tutto il pianeta in una vera ed unica “guerra mondiale” che decimerebbe l’umanità lasciata a piccoli interessi di espansione od ai grandi del potere geopolitico, economico e sociale. E così parlò: come Zarathustra.

Un vero e proprio “Ipse dixit” atteso, agognato, mimato da guitti, ed ora con l’autorità di avere alle spalle un miliardo e mezzo circa di “gente” che vuol vivere laboriosamente per solidificare il potere raggiunto ed evitare la pazzia suprema dell’uso dell’atomica tattica si, ma non al punto di evitare un big bang 2.0.
È Xi Jinping.
Che senza cambiar faccia, anche somatica, statuario e impassibile ha alzato il telefono ed ha chiamato Zelensky informandolo che per onorare la “razionalità” su quanto sta accadendo in Europa, invia un suo rappresentante speciale “con l’incarico di avviare contatti approfonditi con tutte le parti su una soluzione politica della crisi Ucraina, ritenendo che dialogo e negoziato sono la via d’uscita dal conflitto”: anamnesi, diagnosi e cura.

Ciò detto e fatto ha ripreso ad occuparsi del suo “loved feeling”: Taiwan. Con la quale Isola ha da chiarire il rapporto essendo la vecchia Formosa provincia cinese alla quale in fondo ha già dato troppo tempo per ri-annettersi alla madre patria: la Repubblica Popolare Cinese. Apriti cielo! Gli Usa presi di contro piede balbettano, la UE messa da parte a far la buona, e con essa tutti i Capi di stato in primis Macron che vanno in giro per mediare non rendendosi conto che sono tutti pari, pari cobelligeranti per le armi ed uomini di addestramento che continuano ad inviare (anche proprio in Ucraina?); l’India, altro miliardo e mezzo di gente, soddisfatta; Putin (riservatamente informato?) che non parla, ma confida negli amici e Xi, come Berlusconi, per lui tali sono; e la Cina che ha dovuto subire l’anno scorso l’umiliazione d’essere accusata di avere fatto uscire il virus del Covid, è orgogliosa del suo leader che si è fatto ri-eleggere per la terza volta (quasi a vita!), ma che quando batte banco vince.

La nota di Agenzia è buona anche perché in Italia ha fatto smettere il chiacchiericcio sul 25 Aprile che rischiava d’esser un tutt’uno con quello atteso e prevedibile del 1 Maggio e poi 2 Giugno (non c’è due senza tre!).
Ma soprattutto perché ad aprir bocca è la seconda potenza del mondo che non può essere disattesa da alcuno: amici o nemici, che non sta parlando di anti Maoisti o di Lenin, ma di quanto accade nel mondo: oggi incerto ed ansioso.
Conoscevamo i Cinesi perché all’epoca nella quale dei miei lettori nessuno era nato, venivano a vendere, da ambulanti, le “clavatte”, anche se non pari a quelle di Marinella.
Sono cambiati. Ed è un bene. Per l’umanità.
Sembra.