Musei archeologici, interventi su autostrade, appalti privati, infrastrutture ed edifici pubblici a rischio. Questo l’allarme lanciato da Ance Catania, che paventa un pericoloso effetto domino che potrebbe scaturire dal “caro materiali”, criticità che continua ad allarmare imprenditori e aziende.
«Sono molte le ditte appaltatrici che si trovano costrette a bloccare i lavori a causa dell’aumento sproporzionato del costo dei materiali edili», ammonisce il presidente dell’associazione etnea dei costruttori Rosario Fresta.
«Per molte imprese – continua – è diventato insostenibile portare a termine gli appalti, aggiudicati secondo capitolati “pre-rincari” che fanno riferimento a costi totalmente differenti. All’aumento dei prezzi, inoltre, si aggiunge anche la difficoltà nel reperire le materie prime, fenomeno che sta causando la chiusura di molti cantieri impegnati sul fronte delle infrastrutture. Molte ditte, ove possibile, stanno procedendo con la rescissione contrattuale. È solo l’inizio di un effetto a catena che potrebbe rallentare o arrestare del tutto i lavori in ottica Recovery Plan. Non possiamo certo consentirlo».
«Secondo recenti
dati, nel periodo tra novembre 2020 e maggio 2021, il ferro ha subito
un incremento
del 150% –
spiega il vicepresidente di Ance Catania Giuseppe Costantino – non solo,
sempre in riferimento allo stesso arco temporale, anche il polietilene ha visto
aumentare il costo del 120% circa. Sono molti i materiali utilizzati in
cantiere che hanno subito un’impennata e che, inevitabilmente, non consentono
alle imprese di portare avanti le commesse. Lo scenario è drammatico, perché
questi incrementi si aggiungono alle già gravi difficoltà finanziarie
e patrimoniali che hanno
investito tutta la filiera a causa della pandemia».
«Le offerte
previste in fase di gara, allo stato dei fatti non bastano a coprire le spese –
sottolineano Fresta e Costantino – e l’attuale Codice degli
Appalti,
in tal senso, non offre soluzioni, poiché non prevede adeguati meccanismi
revisionali». In linea con l’azione portata avanti da Ance Sicilia, «chiediamo
– concludono presidente e vicepresidente di Ance Catania – un aggiornamento
urgente del Prezziario Regionale delle opere pubbliche.
Oltre al provvedimento tampone ipotizzato da parte del Governo nazionale, è
necessario un intervento parallelo da parte della Regione Siciliana per
supportare le imprese del territorio in questo momento così critico».