Emanuele Scieri, dopo l'inchiesta è tornato a Noto il corpo del parà - QdS

Emanuele Scieri, dopo l’inchiesta è tornato a Noto il corpo del parà

redazione web

Emanuele Scieri, dopo l’inchiesta è tornato a Noto il corpo del parà

venerdì 03 Luglio 2020

La salma del militare della Folgore ucciso, secondo gli inquirenti, da alcuni commilitoni, dopo esser stata riesumata per la riapertura delle indagini, è stata tumulata nel Cimitero monumentale della città

“Non servirà a restituirgli la vita, ma la dignità di Emanuele Scieri non potrà mai essere scalfita”.

Lo ha detto questa mattina il sindaco di Noto Corrado Bonfanti, accogliendo la salma del parà trovato morto nell’agosto del 1999 sotto le torrette della caserma Gamerra di Pisa, nel cimitero della città. Il corpo era stato riesumato il 14 maggio del 2019 per permettere un’ulteriore autopsia, su disposizione della Procura di Pisa che ha riaperto le indagini su quello che era stato presentato come un incidente.

La storia di Lele Scieri

Emanuele Scieri, detto Lele, era un giovane allievo paracadutista della Folgore ucciso a 26 anni da tre caporali che, nell’intenzione di punirlo perché stava telefonando, lo percossero, lo costrinsero a salire su una torre da cui lo fecero cadere e lo lasciarono agonizzante a terra.

Questa la conclusione cui è giunta la Procura militare di Roma che ha emesso un avviso di conclusione indagini per il reato di “Violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato, in concorso”.

Tre ex caporali sono come detto accusati di omicidio volontario in concorso e due ex alti ufficiali della Folgore sono indagati per favoreggiamento perché si sarebbero attivati per depistare e insabbiare le indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il parà siracusano morto a 26 anni il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa.

Il 17 luglio ci sarà l’udienza preliminare per i tre ex caporali.

Il “nonnismo” dietro l’assassinio

La ricostruzione finale della procura ordinaria, anche frutto dell’esito di una consulenza affidata all’anatomopatologa Cristina Cattaneo, è che Scieri sia morto subito dopo essere precipitato da un’altezza di circa 10 metri dalla scala esterna di una torretta di asciugatura dei paracadute, dopo avere tentato una fuga disperata dai ‘nonni’ che lo avevano appena violentemente percosso.

In particolare, l’ex caporale, Alessandro Panella, anche arrestato due anni fa, lo raggiunse mentre il giovane tentava di arrampicarsi sull’inferriata di protezione esterna dopo essere stato precedentemente svestito e picchiato. Con Panella ci sarebbero stati anche i sottufficiali Luigi Zabara e Andrea Antico, l’unico sempre in servizio nell’Esercito.

Per l’accusa quando Panella fu sulla scaletta continuò a picchiare Scieri calpestandogli le mani e ne provocò la caduta mortale.

Per il procuratore capo di Pisa Alessandro Crini e per il pm Sisto Restuccia fu “un omicidio volontario con l’aggravante dei motivi futili e abbietti”.

Gli inquirenti inoltre ritengono che “la catena di comando dell’epoca” adottò comportamenti omissivi che hanno impedito di fare luce sul delitto

Familiari e autorità alla cerimonia di oggi

Alla cerimonia di oggi per la nuova tumulazione della salma erano presenti, con la madre dello sfortunato parà, Isabella, e il già citato sindaco di Noto Bonfanti, il primo cittadino di Siracusa Francesco Italia, l’on. Sofia Amoddio, presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulla morte di Lele Scieri, Carlo Garozzo, presidente dell’associazione Giustizia per Lele e l’avvocato Alessandra Furnari.

Tornato a casa, nel cimitero monumentale di Noto, Emanuele riposerà accanto a papà Corrado, scomparso nel 2011.

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