La decarbonizzazione del settore dei trasporti è per Eni un obiettivo che può essere raggiunto utilizzando tutte le soluzioni e i vettori energetici disponibili: tra questi vettori, i biocarburanti HVO (Hydrotreated vegetable oil, olio vegetale idrogenato) hanno un ruolo fondamentale per l’immediato contributo alla riduzione delle emissioni. In questa direzione lavora Enilive, la società di Eni dedicata alla bioraffinazione, alla produzione di biocarburanti, alle soluzioni di smart mobility (tra cui il car sharing Enjoy) e alla commercializzazione e distribuzione di tutti i vettori energetici per la mobilità.
In oltre 1.000 stazioni della rete Enilive in Italia è disponibile HVOlution, il primo diesel di Enilive prodotto con 100% di materie prime rinnovabili. HVOlution può contribuire all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti, anche pesanti, tenuto conto delle emissioni sull’intera filiera del prodotto, perché utilizzabile con le attuali infrastrutture e in tutte le motorizzazioni omologate, cioè compatibili con prodotto di specifica EN 15940 (XTL) (verificabile sul manuale d’uso dell’auto).
Il biocarburante HVO è realizzato grazie a Ecofining™, tecnologia proprietaria sviluppata in collaborazione con Honeywell-UOP, con cui Eni è in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti idrogenati. Il processo, data la sua grande flessibilità, consente di trattare diversi tipi di cariche di origine biogenica e di produrre una vasta gamma di prodotti: HVO diesel, bio-GPL, bio-jet e bio-nafta. Il biocarburante HVO in purezza è già in uso da parte di primari operatori della logistica e dai mezzi per la movimentazione dei passeggeri a ridotta mobilità in ambito aeroportuale fino alla logistica. HVOlution viene utilizzato anche dai 100 mezzi dedicati al trasporto passeggeri in Italia della flotta di Itabus, società di trasporto su gomma a lunga percorrenza che fa parte del gruppo Italo. Inoltre, sono in corso test su autobus, mezzi pesanti e treni con 100% HVO che stanno dando ottimi risultati. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, a luglio 2023 ha viaggiato tra Sibari e Reggio Calabria, andata e ritorno per circa 700 chilometri e 13 ore di servizio, il primo treno del Gruppo FS Italiane alimentato esclusivamente con HVO in purezza fornito da Enilive. Addizionato al 15% al gasolio, l’HVO è anche un componente di Eni Diesel +, carburante premium di Enilive.
La società, con una rete di oltre 5.000 punti vendita in Europa, di cui 4.000 in Italia, che ogni giorno accolgono oltre un milione e mezzo di persone in movimento, punta a soddisfarne le esigenze in modo sempre più sostenibile. Le stazioni Enilive, infatti, si stanno trasformando in hub per la mobilità: oltre al biocarburante HVOlution, offrono altri nuovi vettori energetici come il biometano, il bio-GPL, nonché l’idrogeno e l’elettrico (sono previsti circa 2.400 punti di ricarica nelle stazioni Enilive entro il 2027), e rendono disponibili nei punti vendita tanti servizi che i clienti potrebbero altrimenti utilizzare solo con ulteriori spostamenti.
Enilive ha anche importanti piani di sviluppo per la mobilità elettrica plug-in: Eni, tramite Plenitude, prevede di installare colonnine HPC (ad alta potenza, high power charger) in 1.000 stazioni di servizio Eni in Italia e 500 della rete estera (Germania, Austria, Svizzera, Francia e Spagna) entro il 2025. La missione di Enilive è quella di fornire servizi e prodotti progressivamente decarbonizzati per la transizione energetica, contribuendo all’obiettivo di Eni di raggiungere la carbon neutrality al 2050 anche attraverso gli asset industriali che includono le bioraffinerie di Venezia e di Gela, la bioraffineria St. Bernard Renewables Llc (joint venture partecipata al 50%) in Louisiana (Usa), 22 impianti per la produzione di biogas in Italia. A questo si aggiungono anche i nuovi progetti: la trasformazione della raffineria a ciclo tradizionale di Livorno in bioraffineria, la costruzione di una bioraffineria in Malesia e, in fase di valutazione, in Corea del Sud.
Quelli delle bioraffinerie di Venezia e Gela, rappresentano due esempi virtuosi della strategia di Eni. A fine 2022, è stato definitivamente escluso l’olio di palma come carica ai due siti, oggi entrambi alimentati prevalentemente (circa 98%) da materie prime di scarto, come oli esausti da cucina, grassi animali e residui dell’industria agroalimentare per la produzione di biocarburanti, HVO diesel, bio-GPL, bio-jet e bio-nafta destinata alla filiera della chimica.
A livello globale, le stime prevedono che la domanda di biocarburanti idrogenati aumenterà del 65% nel periodo 2024-2028 (Report IEA Renewables 2023, Main Case, Analysis and forecast to 2028). A livello europeo, la maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea ha già stabilito aumenti annuali degli obiettivi di miscelazione dei biocarburanti a partire dal 2024, come parte degli obblighi previsti dalla direttiva RED II. Ulteriori aumenti sono previsti a fronte dell’attuazione della RED III e, a partire dal 2025, degli obblighi della ReFuelEU per il settore dell’aviazione. Entro il 2030 Enilive prevede di aumentare la propria capacità di bioraffinazione a oltre 5 milioni di tonnellate per anno.