Cinque milioni e mezzo di euro per ripagare i pescherecci e i marittimi che vi lavorano per le limitazioni causate alle loro attività in mare
Cinque milioni e mezzo di euro per ripagare i pescherecci e i marittimi che vi lavorano per le limitazioni causate alle loro attività in mare. È il valore dell’accordo stipulato da Eni Mediterranea Idrocarburi e Regione Siciliana in materia di compensazioni economiche relative al progetto di coltivazione di gas metano denominato Argo-Cassiopea e localizzato nel Canale di Sicilia, al largo della costa sud dell’isola. A dare mandato all’assessore regionale alla Pesca, Luca Sammartino, di firmare l’accordo – la cui chiusura era sta già annunciata in estate – è stata, martedì scorso, la giunta guidata da Renato Schifani con una delibera.
Si tratta, di fatto, della premessa per ottemperare alla prescrizione che fu data nel 2014 dal ministero dell’Ambiente, all’epoca del governo Renzi, nell’ambito del rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale. “Prima dell’avvio dei lavori, il proponente dovrà effettuare una più approfondita valutazione degli impatti per le attività di pesca e prevedere adeguate forme di compensazione”, si legge nel decreto varato nove anni fa. Lo stesso che è stato prorogato per una durata di quattro anni una prima volta nel 2019 e la seconda a maggio scorso.
I parametri degli aiuti Covid
Fissato l’ammontare complessivo delle somme che Enimed metterà sul piatto – 5,5 milioni – alla Regione è spettato il compito di determinarne la gestione. Il criterio di ripartizione, che interesserà in maniera diversa le marinerie attive a Licata, Porto Empedocle e Gela, si ispira a quanto stabilito negli anni della pandemia, quando a bloccare l’attività dei pescherecci erano state le misure di contenimento del Covid-19. Una quadra a cui si è arrivati, come si legge nella proposta che l’assessore Sammartino ha sottoposto ai colleghi di governo, tramite “numerosi incontri” tra la società della famiglia Eni, che con Energean è titolare della concessione per la coltivazione del gas, e gli operatori del comparto pesca. “Onde assicurare il rispetto dei principi di trasparenza, equità e parità di trattamento, si ritiene di poter fare riferimento ai criteri già adoperati per il calcolo del sostegno economico per le imprese armatrici di pesca e relativi equipaggi colpiti dalla crisi economica collegata all’emergenza epidemiologica”, si legge nella proposta di Sammartino e condivisa dalla giunta Schifani.
Ad avere un ruolo fondamentale sarà dunque la stazza dell’imbarcazione, che nel settore marittimo è espressa in gross tonnage (Gt). Il contributo è stato calcolato per la metà della misura che in un primo tempo era stata decisa per il sostegno economico durante la pandemia, ovvero trenta giorni. Per esempio, per un’imbarcazione di 10 Gt il contributo di compensazione sarà di 2.160 euro. Questo, però, per coloro che operano a Licata. “Per i beneficiari della compensazione di imbarcazione armate, equipaggiate e operative aventi base nei porti di Gela e Porto Empedocle – si legge nel documento – l’importo massimo individuale sarà abbattuto del 50 per cento in funzione dell’impatto sicuramente più mediato, rispetto a quello che si realizza sulla marineria di Licata”. Calcolatrice alla mano, la somma si riduce a 1080 euro.
“Un primo contributo, ma ne serviranno altri”
Tra chi ha seguito dal principio la trattativa c’è Angelo Gueli, presidente dell’associazione Giovani pescatori di Licata. La firma dell’accordo tra Regione ed Enimed per le compensazioni è ritenuto un primo traguardo. “Soltanto a Licata ritengo saranno coinvolte un centinaio di imbarcazione per un totale di oltre trecento marittimi – dichiara Gueli, raggiunto telefonicamente dal Qds –. Siamo soddisfatti, ma crediamo anche che debba essere solo un primo sostegno perché le limitazioni alle nostre attività andranno avanti nel tempo. Le attività che hanno avviato creano parecchie difficoltà a chi vive di pesca”. Tuttavia nell’accordo che sarà siglato è previsto che il pagamento delle due rate in cui verrà divisa l’erogazione del contributo “costituirà ottemperanza della prescrizione (dell’Aia 2014) e assolvimento dell’impegno assunto con l’Accordo, con conseguente estinzione di qualunque obbligo correlato. Nessun ulteriore contributo sarà dovuto da EniMed e/o dalla joint-venture oltre agli importi previsti nell’accordo”.
I pozzi e la rete di collegamento
Inserito in quello che venne ribattezzato come Protocollo d’intesa per l’area di Gela del 2014 – ai tempi in cui a guidare la Regione c’era l’ex sindaco della città nissena Rosario Crocetta – il progetto Argo e Cassiopea prevede la realizzazione di quattro pozzi sottomarini e di una condotta sottomarina che servirà a portare il gas all’impianto di trattamento e compressione previsto all’interno della raffineria di Gela, da dove, poi, verrà immesso nella rete di trasmissione nazionale. L’autorizzazione ottenuta nel 2014 prevede anche la perforazione dei pozzi esplorativi Gemini e Centauro. Sulla carta la produzione dovrebbe partire dall’anno prossimo e durare 15 anni.