Europee, scoppia il caso Armao: maggioranza divisa sull’assessore - QdS

Europee, scoppia il caso Armao: maggioranza divisa sull’assessore

Raffaella Pessina

Europee, scoppia il caso Armao: maggioranza divisa sull’assessore

mercoledì 22 Maggio 2019

Parole dure nei confronti del vicepresidente della Regione da parte di Micciché che non ha gradito il sostegno al candidato Cicu. E il M5s parla di “Guerra elettorale tra bande, si è aperta crisi politica”

PALERMO – Ancora una volta l’attività legislativa segna il passo per lasciare il posto ad altre questioni di carattere politico ed elettorale.
Il prossimo 26 maggio, infatti, si vota per il rinnovo del Parlamento europeo e la presidenza di Palazzo dei Normanni ha consentito ai politici che occupano un posto al Parlamento regionale di poter fare la propria campagna elettorale nel territorio di provenienza. Ma in questo periodo di calma apparente, nei corridoi del Palazzo Reale soffia il vento della crisi. Almeno questo dice il vice presidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, del Movimento Cinquestelle che ha commentato le recenti dichiarazioni del presidente dell’Ars nonché coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè. “Chiamiamola col suo nome – ha detto Cancelleri – è crisi di governo alla Regione. Musumeci non se n’è accorto? Glielo diciamo noi, lui ci dica come intende affrontarla. Micciché, senza mezzi termini, ha praticamente messo alla porta l’assessore più importante della Regione (Armao). E Musumeci che fa? Non tocca praticamente palla, a dimostrazione che chi tira veramente i fili di tutto non è certamente lui”.

Queste erano state le parole di Miccichè: “Noi abbiamo un assessore regionale che vota per il sardo Cicu. Diciamoci la verità: ex assessore regionale”. Cancelleri ha aggiunto che il M5s ha atteso invano una presa di posizione da parte del Presidente della Regione siciliana su questa vicenda ritenuta molto grave, replica che non è arrivata. “Ma non è certo col silenzio che può ricomporre questa enorme frattura – continua Cancelleri – Con le parole di Micciché si apre una crisi politica di natura elettorale. Al centro dell’agenda di governo non c’è la soluzione dei problemi dei siciliani ma soltanto una guerra elettorale fra bande. Dopo un anno e mezzo di nulla ci si aspettava un cambio di passo e invece arriverà, probabilmente, solo un cambio di assessore, con buona pace di chi attendeva le riforme promesse da questo governo”.

I componenti del partito di Forza Italia sembrano refrattari alla polemica, a cominciare da Gabriella Giammanco, vice presidente del Gruppo di Forza Italia al Senato. “Un partito dovrebbe essere, prima di tutto, una comunità umana – ha detto Giammanco – e Forza Italia deve puntare a esserlo in modo autentico. Le campagne elettorali finiscono ma i rapporti di rispetto tra le persone vanno sempre preservati. Nonostante l’enfasi dei comizi elettorali di questi giorni dovremmo sempre tenerlo a mente. Continuiamo a lavorare per il bene del partito e andiamo avanti per raggiungere il nostro obiettivo comune. All’assessore all’Economia della Regione Sicilia, Gaetano Armao, e all’onorevole Salvatore Cicu, candidato come me alle elezioni europee in Sicilia e Sardegna, mi legano profonda stima e amicizia. Un partito diventa forte solo unito e solo se ha persone valide e competenti che fanno squadra tra di loro”.

I Cinquestelle invece attaccano il governo regionale sul tema della governance della sanità che, secondo loro, verrà nominata sulla base delle risultanze delle elezioni europee. “Se la firma del contratto dei direttori generali – afferma il capogruppo Francesco Cappello – potrebbe anche essere vicina, la nomina dei direttori amministrativi e sanitari, praticamente il motore delle aziende, non è certo dietro l’angolo: si farà con comodo, dopo le Europee sulla base del responso delle urne. E che importa se è da novembre che i siciliani aspettano e intanto scontano sulla propria pelle disservizi e inefficienza dettate dalla mancanza di direttive ed indicazioni precise. L’importante è assegnare con cura le poltrone per evitare ulteriori contraccolpi a questo già traballante governo”.

“Ancora una volta – continua Cappello – non si punta al merito, ma alle appartenenze, a spese dei cittadini, dei medici, degli infermieri e di tutto il comparto della sanità che continua a boccheggiare in attesa che qualcosa davvero cambi”.

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