Eutanasia, il grande bluff, “Legge non si farà a dicembre” - QdS

Eutanasia, il grande bluff, “Legge non si farà a dicembre”

Raffaella Pessina

Eutanasia, il grande bluff, “Legge non si farà a dicembre”

sabato 27 Novembre 2021

Lo denunciano alcuni deputati della Camera: “Tradite le attese dei cittadini”. “Tra sessione bilancio e Quirinale non ci sono i tempi per approvarla”

ROMA – La burocrazia sta per fagocitare le legge sul suicidio assistito. La denuncia arriva dai deputati nazionali Giorgio Trizzino, Riccardo Magi e Doriana Sarli, che parlano di un grande imbroglio che si sta consumando alla Camera.

“Apparentemente tutti i partiti sembrano d’accordo nel portare in aula il 13 dicembre il testo base per la discussione generale. In realtà – spiegano i parlamentari – qualora il testo dovesse miracolosamente approdare in aula, sarà un testo che non solo esclude ogni possibilità di eutanasia ma restringerà moltissimo i requisiti per accedere al procedura. E poi tutto si fermerà perché non ci saranno più i tempi per votare in aula”.

Inoltre aggiungono che le priorità daranno precedenza ad altro: “Ci sarà la sessione di bilancio e provvedimenti urgenti del governo, se ne parlerà forse dopo l’elezione del Presidente della Repubblica o forse mai più. Da parte nostra useremo tutti gli spazi e gli strumenti parlamentari praticabili per richiamare i principali gruppi parlamentari alle loro responsabilità e mostrale con la massiva evidenza ai cittadini”.

L’argomento sul suicidio assistito era tornato prepotentemente alla ribalta con la notizia di un cittadino italiano, Mario, che ha ottenuto il via libera dal comitato etico dopo la sentenza della Consulta (242/2019). Ma la trafila non è finita e la mala burocrazia continua a mettere i bastoni tra le ruote perché Mario ha dovuto ora diffidare la Asur Marche perché inadempiente in merito alle dovute verifiche sul farmaco letale, ultimo passaggio da effettuare prima di poter accedere legalmente alla morte medicalmente assistita, secondo l’iter stabilito dalla sentenza Cappato/Antoniani della Corte costituzionale. Il Tribunale di Ancona si era, già chiaramente espresso, ordinando all’Asur Marche di accertare se le modalità, la metodica ed il farmaco fossero idonei a garantire a Mario la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile. Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha detto che “Quello di Mario è un “calvario dovuto allo scaricabarile istituzionale. Tale tortuoso percorso è anche dovuto alla paralisi del Parlamento, che ancora dopo tre anni dalla richiesta della Corte costituzionale non riesce a votare nemmeno una legge che definisca le procedure di applicazione della sentenza della Corte stessa. Il risultato di questo scaricabarile istituzionale – rileva – è che persone come Mario sono costrette a sostenere persino un calvario giudiziario, in aggiunta a quello fisico e psicologico dovuto dalla propria condizione”.

Cappato ritiene che per trovare una soluzione si dovrà bypassare il Parlamento. “È possibile che la decisione del Comitato etico consentirà presto a Mario di ottenere ciò che chiede da 14 mesi. Ma è certo che per avere regole chiare che vadano oltre la questione dell’aiuto al suicidio e regolino l’eutanasia in senso più ampio – conclude Cappato – sarà necessario l’intervento del popolo italiano, con il referendum che depenalizza parzialmente il reato di omicidio del consenziente”.

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