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Eutanasia, istigazione suicidio a Catania, chiesto giudizio per il presidente di Exit Coveri

La Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per istigazione al suicidio di Emilio Coveri, presidente dell’associazione Exit-Italia, nell’ambito dell’inchiesta sul ricorso all’eutanasia il 27 marzo scorso in una clinica Svizzera di una 47enne della provincia etnea.

La donna non era malata terminale, ma da tempo soffriva di una grave forma di depressione.

Nella richiesta di rinvio a giudizio il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il sostituto Angelo Brugaletta, che hanno coordinato le indagini di carabinieri e polizia postale, scrivono che Coveri “determinava o comunque rafforzava il proposito suicida” della donna, poi “effettivamente avvenuto” con l’eutanasia in una clinica di Zurigo.

Lo avrebbe fatto, è la tesi della Procura di Catania, attraverso “plurimi rapporti e conversazioni telefoniche, via sms e mail” negli ultimi due anni.

Avrebbe anche “indotto la donna” che “soffriva di depressione e sindrome di Eagle ad iscriversi all’associazione Exit” e avrebbe tenuto condotte accompagnate da sollecitazioni e argomentazioni in ordine alla legittimità anche etica della scelta” del suicidio assistito.

La Procura ha identificato cinque parti offese nell’inchiesta: la madre, una sorella e tre fratelli della 47enne.

Le indagini sono state avviate su denunce dei familiari della donna.