Gli imprenditori hanno trovato il coraggio di denunciare l'estortore, rinchiuso nella casa circondariale di Gela (Cl).
Un uomo di 45 anni è stato arrestato dai carabinieri a Licata, su disposizione del gip di Agrigento che ha accolto la richiesta della Procura, per essere evaso dai domiciliari con lo scopo di estorcere denaro a imprenditori, titolari di rivendite di autoveicoli, minacciandoli e ostentando una parentela con la famiglia mafiosa di Licata.
Gli imprenditori hanno trovato il coraggio di denunciare l’estortore, rinchiuso nella casa circondariale di Gela (Cl). “Quando io dico una cosa si deve fare perché in questa zona comando io, altrimenti vi ammazzo e vi prendo a schiaffi”. Questo, ma non soltanto, il tenore delle intimidazioni che sarebbero state utilizzate, nei confronti dei titolari di due concessionarie, per farsi dare dei soldi.
Con l’accusa di estorsione i carabinieri del nucleo Operativo della compagnia di Licata, coordinata dal capitano Francesco Lucarelli, hanno arrestato – in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Stefano Zammuto – Calogero Occhipinti, 45 anni, di Licata. Un uomo che, millantando parentele mafiose, – stando all’accusa – avrebbe messo a segno le estorsioni mentre era agli arresti domiciliari. A formalizzare la denuncia sono state le stesse vittime delle estorsioni.
Il pregiudicato, evidenziando “d’essere da poco uscito da galera”, avrebbe chiesto somme che oscillavano dalle 50 alle 200 euro. Almeno cinque – stando sempre all’accusa – le estorsioni consumate o tentate in un breve lasso di tempo. Le indagini sono state coordinate dal pm Cecilia Baravelli, titolare del fascicolo d’inchiesta, che ha chiesto al gip Stefano Zammuto la misura cautelare della custodia in carcere .