Eversione, torna l'estrema destra, blitz della Polizia sventa attentato - QdS

Eversione, torna l’estrema destra, blitz della Polizia sventa attentato

redazione

Eversione, torna l’estrema destra, blitz della Polizia sventa attentato

martedì 12 Novembre 2019

Volevano far saltare una moschea nel Senese. Dodici gli indagati. Trovato esplosivo durante le perquisizioni. Su Facebook inneggiavano a Hitler e Mussolini. Nelle intercettazioni parlavano di "Fare giustizia sommaria armi alla mano"

Dodici appartenenti “agli ambienti dell’estremismo di destra” progettavano di far esplodere la moschea di Colle Val d’Elsa, nel Senese, facendo saltare la condotta del gas e avrebbero desistito soltanto perché la Polizia di Stato si era insospettita.

“Aveva già portato le mappe, gli si voleva far saltare il coso col gas così saltava tutto”, si sente dire in un’intercettazione.

Le perquisizioni hanno riguardato case, uffici e magazzini nei comuni di Sovicille e Poggibonsi e nel centro di Siena. Sono intervenuti anche gli artificieri perché è stato trovato dell’esplosivo.

I coinvolti sono tutti incensurati

Tra i destinatari del decreto di perquisizione sono tutti incensurati e tra loro ci sono anche tre dipendenti della banca Monte dei Paschi di Siena, tra cui un sessantenne considerato il più attivo del gruppo, che lavora nella sede centrale di Siena.

Su Facebook foto e scritte inneggianti a Hitler e Mussolini

A far scattare l’inchiesta coordinata dalla Dda di Firenze e condotta dalla Digos fiorentina sono state le immagini pubblicate su Facebook da un nostalgico del fascismo e del nazismo, che divulgava foto e scritte inneggianti le Ss, Adolf Hitler e Benito Mussolini.

Sul suo profilo Facebook le foto lo ritraevano con una mimetica delle Ss a bordo di un sidecar militare.

In altre immagini l’uomo compare a Dongo, dove venne catturato Mussolini nell’aprile 1945, intento a fare il saluto romano e mentre mima con le mani il gesto di sparare a un cartello dell’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani.

Esplosivo recuperato dai residuati bellici

Secondo gli investigatori, l’uomo – che si si qualificava come segretario della federazione di Siena del Mis- Movimento Idea Sociale – aveva l’abitudine di recuperare esplosivo da ordigni bellici inesplosi di cui era alla continua ricerca, sia nel territorio senese che in altre province.

Si indaga sul Mis – Movimento idea sociale

I membri senesi del partito che risultano indagati si chiamavano fra loro “camerati” nelle telefonate intercettate.

Uno diceva: “Se devo tirare una pistolettata non mi faccio problemi… la destra estrema è una filosofia di vita”.

Per la Digos, i contatti tra gli indagati, accusati di detenzione abusiva di armi o esplosivi aggravata dalla finalità del terrorismo, avvenivano sia attraverso i social che personali, con incontri diretti.

“Fare giustizia sommaria armi alla mano”

In un’altra conversazione intercettata, il sessantenne parlava della necessità di ricostituire una “guardia nazionale repubblicana” in grado di garantire la sicurezza “armi alla mano” per fare “giustizia sommaria” senza bisogno di chiamare le forze dell’ordine.

Per risolvere le questioni politiche italiane, affermava ancora in un’altra intercettazione dello scorso ottobre, “bisogna sparare”.

“Se c’è da andare a sparare noi s’ha tutti l’armi e tante”.

Su Facebook, offese anche contro il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

I recenti casi di razzismo in Toscana

Le indagini potrebbero essere in qualche modo collegate anche ai casi di razzismo, anche recente, verificatesi nelle città della toscana.

Due giorni fa, per esempio, è stata coperta da ignoti con della vernice nera la targa in ricordo di Idy Diene, il venditore senegalese ucciso a Firenze dall’ex tipografo Roberto Pirrone il 5 marzo 2018.

Pirrone è stato recentemente condannato a trent’anni di reclusione per l’omicidio, molto simile a quello dell’estremista neofascista Gianluca Casseri, che il 13 dicembre di otto anni fa aveva ucciso due senegalesi nel mercato di piazza Dalmazia, per poi togliersi la vita.

Un altro particolare incredibile legava Idy a quella vicenda: Diene infatti aveva sposato la vedova di uno dei due connazionali trucidati.

La vandalizzazione della targa era stata segnalata da Daniela Chironi, ex candidata al Consiglio comunale con Firenze Città Aperta, che ha scritto facebook: “L’avete vandalizzata? Noi la rimetteremo”.

“Qualcuno era così infastidito dalla targa in memoria di Idy Diene da averla coperta con la vernice – sottolinea Chironi postando una foto della targa interamente coperta da vernice nera -. La targa gli era stata dedicata dalle cittadine e dai cittadini antirazzisti e affissa sul Ponte vespucci, nel punto in cui Idy aveva trovato la morte, e diceva così: ‘a Idy Diene assassinato da mano razzista’”.

Sopra la vernice nera che copre la targa in ricordo dell’ambulante senegalese è stato poi riscritto, utilizzando della vernice bianca, il messaggio originario.

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