Fabiola, giovane infermiera positiva al Covid-19 “Con i colleghi teniamo duro ma voi rispettate le regole” - QdS

Fabiola, giovane infermiera positiva al Covid-19 “Con i colleghi teniamo duro ma voi rispettate le regole”

redazione

Fabiola, giovane infermiera positiva al Covid-19 “Con i colleghi teniamo duro ma voi rispettate le regole”

mercoledì 25 Marzo 2020

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di Fabiola Di Gregorio, giovane infermiera originaria di San Michele di Ganzaria (Ct) che lavora all’E.O. Ospedali Galliera – Genova, risultata positiva al Coronavirus

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di Fabiola Di Gregorio, giovane infermiera originaria di San Michele di Ganzaria (Ct) che lavora all’E.O. Ospedali Galliera – Genova, risultata positiva al Coronavirus.

Caro direttore,
oggi, 20 marzo 2020, ho deciso di raccontare a tutti voi una storia. La mia storia. Sino a due settimane fa vivevo serenamente e felicemente la mia vita ignara di tutto quello che sarebbe successo di lì a poco.

È vero che la vita ci riserva delle sorprese. È proprio vero che quando meno te lo aspetti la tua vita cambia ed in parte anche la tua persona cambia. Circa 13 giorni fa comparvero i primi sintomi: febbre, tosse, mialgie diffuse… quelli di una banale influenza, starete pensando! Ma una come me, che svolge il lavoro di infermiera in un reparto di medicina generale dove febbre, tosse e polmoniti sono all’ordine del giorno, sapeva che non si trattava di una banale influenza. Io, insieme ad altri colleghi, risultiamo nel giro di una settimana tutti positivi al tampone per Covid-19. Com’è successo? Perché è successo? Come ci siamo contagiati? È come se ti cadesse il mondo addosso e ti mancasse il terreno da sotto i piedi.

Cercare l’“untore” oggi non ha molto senso. Ha senso però non contagiare nessun altro (operatori, colleghi o pazienti che siano). Oggi, noi siamo tutti isolati nelle nostre case (chi da solo, chi con famiglia) e combattiamo contro questo sconosciuto. Si aggiungono nuovi sintomi: ageusia, anosmia, ansia, affanno e astenia. Ci sentiamo tutti i giorni per non sentirci “più soli”.

Ma il pensiero è là fuori. È per gli altri colleghi che sono in trincea. Non mi piace che gli operatori sanitari vengano definiti EROI. Eroi di cosa? Stanno, stiamo combattendo una guerra senza essere soldati e soprattutto senza armi. Si sta cercando di salvare il salvabile! E non sono i turni massacranti che stancano. Siamo stanchi di vedere morire gente (anche giovani ahimè), stanchi di vedere i menefreghisti al lungomare, stanchi di sentire promesse mai mantenute. Tutti coloro che lavorano in un ospedale, pubblico o privato che sia, oggi corrono dei rischi più grandi di loro stessi. Oggi, 20 marzo 2020, l’Iss (Istituto Superiore di Sanità, ndr) dichiara che sono 3.654 gli operatori sanitari contagiati, risultati positivi al Covid19.

Leggo in tanti messaggi pubblicitari “ritorneremo ad abbracciarci più forti di prima” ma stavolta, a parer mio, sarà difficile poiché tolte le maschere rimarranno solo occhi pieni di paura.

Il mio messaggio da casa, da infermiera contagiata sintomatica, vuole essere di speranza, di fiducia, di augurio e di riflessione profonda. Penso che una volta passati i sintomi, una volta “guarita” dovrò tornare più forte di prima in prima linea per dare supporto ai colleghi stremati. A loro va il mio pensiero più sincero: Tenete duro e dimostratevi forti. Proteggetevi. Il nostro, rimarrà sempre il lavoro più bello del mondo.

Agli altri dico: rispettate le regole. Non è un gioco. Ci siamo ritrovati a riscoprire noi stessi in questa amare solitudine.

Fabiola Di Gregorio
infermiera all’E.O. Ospedali Galliera – Genova

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Un commento

  1. paolo ha detto:

    L’immagine usata è veramente fuori luogo, inopportuna e fuorviante, non rappresenta il modo di lavorare i sanitari e va contro le direttive del mondo della sanità. Complimenti. Bingo.

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